'Ndrangheta: Cosca riciclava denaro nel Lazio, 22 arresti

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Reggio Calabria, 6 maggio - Un'operazione dei carabinieri di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 22 presunti appartenenti alla cosca "locale di Gallicianò", operante a Condofuri e in provincia di Viterbo, dove secondo le indagini era riciclato denaro sporco. Le accuse sono associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita con l'aggravante delle modalità mafiose. 

Un rodato sistema di riciclaggio di denaro che, partendo dalla Calabria, era ripulito attraverso ditte situate nel Viterbese per tornare poi nel capoluogo reggino: è quello venuto alla luce nel corso delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che stamani hanno arrestato 22 persone per associazione mafiosa. Dalle indagini, avviate nel settembre 2009, è emerso che a Condofuri operano tre locali di 'ndrangheta: Condofuri Marina, San Carlo e Gallicianò. L'inchiesta ha inquadrato le attività della famiglia a capo della locale di Gallicianò ed ha permesso, secondo l'accusa, di documentare le attività criminali e le sue dinamiche interne, anche attraverso l'assegnazione di cariche e gradi. Contestualmente agli arresti, i carabinieri stanno anche eseguendo un decreto di sequestro probatorio di sei aziende, operanti nel settore dei trasporti, ortofrutticolo ed immobiliare, tra la Calabria ed il Lazio ed una situata a Terni.

Sequestate aziende per 20 milioni di euro

Sei aziende, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sono state sequestrate dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "El Dorado" che stamani ha portato all'arresto di 22 presunti affiliati al "locale" di 'ndrangheta di Galliciano', frazione di Condofuri. I sequestri sono stati eseguiti tra Viterbo e Terni. Le aziende, secondo l'accusa, sono riconducibili al locale di Gallicianò.

Gli arrestati

Sono 17 le persone arrestate dai carabinieri di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "El Dorado". Gli altri cinque destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, sono stati già localizzati all'estero dagli investigatori e dovrebbero essere arrestati a breve. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Antonino Casili, di 58 anni, Alberto Corso (37), Augusto Corso (51), Domenico Foti (55), Concetto Manti (43), Tommaso Mesiano (55), Antonio Nucera (72), Antonio Nucera (58), Bruno Nucera (55), Carmelo Nucera (63), Carmelo Nucera (43), Diego Nucera (65), Domenico Nucera (42), Filippo Nucera (72), Francesco Nucera (32), Giuseppe Nucera (67), Raffaele Nucera (50), Raffaele Nucera (40), Roberto Raso (41), Pietro Rodà (47), Domenico Vitale (54) e Girolamo Zindato (40). Le aziende sequestrate nel corso dell'operazione sono la T.C.I. Trasporti Centro Italia srl, con sede a Terni; la Vitercalabra autotrasporti srl, la Nucera trasporti srl, la Ortofrutticola Cimina srl, la Ortfruit internationale srl la Cimina immobiliare srl, tutte con sede nel viterbese.

Nucera già coinvolti in altra indagine

Da 'Ghost track' a 'El Dorado' in 20 giorni. Francesco e Domenico Nucera, due dei 22 destinatari, oggi, di ordini di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione anti 'ndrangheta, erano già stati catturati lo scorso 16 aprile a Viterbo in un'operazione congiunta concluda da guardia di finanza e polizia di Stato. Allora si erano resi protagonisti, insieme ad altre sei persone finite in manette e 17 denunciate, di un complesso sistema di truffa ai danni di assicurazioni e operatori commerciali per circa due milioni di euro. Grazie a una serie di basi e di appoggi dal nord al sud dell'Italia, noleggiavano macchine operatrici per il movimento terra, le facevano sparire a Malta e ne denunciavano il furto. Conclusa dopo due anni di indagini, l'operazione 'Ghost track' era appena valsa ai Nucera e agli altri una lunga lista di reati contestati: associazione per delinquere, simulazione di reato, falso in atti, utilizzo di atti falsi, truffa, appropriazione indebita. Oggi quella denominata 'El Dorado' porta le accuse su un altro livello, quello dell'associazione di tipo mafioso.

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