'Ndrangheta, Operazione ‘Faust’: tra arrestati anche sindaco Rosarno - NOMI E VIDEO

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Reggio Calabria - Questa mattina a Rosarno, Polistena e Anoia e nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Dda nell'ambito dell'operazione denominata "Faust", hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip, nei confronti di 49 persone. Le accuse a loro carico sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.

Gli ingadati 

Livio Giuseppe Anania nato a Milazzo il 21.8.1973; 

Raffaele Belcastro  nato a Rosarno il 23.7.1959; 

Angelo Caccamo nato a Cinquefrondi il 28.05.1983; 

Raffaele Cammarere nato ad Anoia l’01.09.1960; 

Antonella Caponigro nata a Oliveto Citra il 03.08.1977; 

Salvatore Carlo nato a Taurianova il 23.01.1974; 

Salvatore Cascone nato a Castellammare il 20.08.1958; 

Giuseppe Consiglio nato a Gioia Tauro il 20.03.1984 

Salvatore Consiglio nato a Polistena il 02.05.1985 

Giovanni Corradini nato a Polistena il 07.01.1983 

Andrea Cucinotta nato a Cinquefrondi il 12.04.1983 

Antonio Cutano nato a Polistena il 12.03.1976; 

Francesco Cutano nato a Polistena l’11.08.1954 

Luigi Cutano nato a Polistena il 10.12.1978; 

Alfonso Cuturello  nato a Taurianova il 26.2.1996; 

Salvatore Antonio Dimonte nato a Bernalda(MT), il 12.06.1952; 

Antonino Ferrinda nato a Gioia Tauro il 20.12.1983 

Cono Rocco Fusca , nato a Cessaniti 14.05.1967; 

Sergio Gambardella nato a Battipaglia il 09.07.1963 

Girolamo Giardino nato a Gioia Tauro il 19.03.1981 

Giovanni Grasso nato a Gioia Tauro il 08.06.1992 

Giuseppe Iannace nato a Rosarno il 28.01.1949 

Stefano Iannace, nato a Cinquefrondi il 13.8.1990; 

Giuseppe Idà nato a Cinquefrondi il 13.06.1981 

Antonio Ierace nato a Polistena il 13.02.1949 

Francesco Ieraci nato a Polistena il 25.02.1982 

Angelo Iorio nato a Battipaglia 16.02.1963; 

Diego Lamanna nato a Polistena il 16.01.1979 

Mattia Ligato, nato a Reggio Calabria, il 19.06.1997; 

Domenico Longo nato a Polistena il 12.01.1948 

Francesco Longo nato a Polistena il 5.7.1968; 

Vincenzo Longo nato a Polistena il 10.11.1963; 
 
Giuseppe Mallace nato a Polistena il 13.08.1952; 
 
Domenico Marino nato a Policoro il 23.12.1989; 
 
Giuseppe Messina nato a Taurianova il 10.03.1979; 
 
Pasquale Minella  nato a Roccadaspide (SA) il 06.08.1959; 
 
Teodoro Montenegro nato a Brindisi il 06.08.1987; 
 
Biagio Moretto nato a Polistena il 03.02.1949; 
 
Rocco Occhiato  nato a Rosarno il 19.01.1974; 
 
Angela Pace nata a Cinquefrondi il 12.09.1995; 
 
Giuseppe Pace nato a Rosarno il 17.07.1969; 
 
Salvatore Paladino nato a Rosarno il 30.09.1964; 
 
Ruggero Palermo nato ad Anoia il 14.01.1948; 
 
Franco Panariello nato ad Altavilla Silentina il 28.04.1963;
 
Domenico Pepè nato a Rosarno il 17.03.1955; 
 
Carmine Pesce nato a Rosarno il 16.12.1965; 
 
Marco Petrini nato a Gioia Tauro il 13.12.1994; 
 
Antonio Pisano  (detto Antonello), nato a Rosarno il 14.07.1970; 
 
Bruno Pisano nato a Cinquefrondi il 26.4.1983; 
 
Domenico Pisano nato a Rosarno il 30.10.1950; 
 
Francesco Pisano nato a Rosarno il 25.2.1955; 
 
Luigi Pisano  nato a Rosarno il 30.03.1962; 
 
Maurizio Pisano  nato a Cinquefrondi il 29.04.1990; 
 
Salvatore Pisano, nato a Rosarno il 6.1.1948; 
 
Vincenzo Porcelli nato a Bernalda (MT) il 17.06.1973; 
 
Salvatore Scarcia nato a Taranto l’11.07.1967; 
 
Domenico Scriva nato a Rosarno il 07.03.1956; 
 
Giuseppe Seminara nato a Polistena il 06.11.1978; 
 
Rosa Sica , nata a Battipaglia il 06.06.1965; 
 
Giuseppe Spada, nato a Policoro l’11.06.1979; 
 
Rosalba Vecchio nata a Rosarno il 16.02.1962;

 

Il provvedimento è l’esito di una complessa attività investigativa, avviata dal 2016 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il concorso dei Reparti territoriali della Piana di Gioia Tauro,  diretta inizialmente dal Sostituto Procuratore Adriana Sciglio e successivamente dal Sostituto Procuratore Sabrina Fornaro, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gaetano Calogero Paci, che ha consentito di acclarare la radicata e attuale operatività della cosca Pisano, conosciuti comi i diavoli di Rosarno, mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose. Sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale. Particolarmente significativi sono gli accertamenti sulla operatività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata società di Polistena, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia Longo e della locale di ‘ndrangheta di Anoia , il cui vertice criminale è rappresentato da una famiglia di imprenditori edili.

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L’indagine ha permesso, inoltre, di documentare l’esistenza di una fiorente attività di narcotraffico che, partendo dall’hub portuale di Gioia Tauro, ha intersecato gli interessi illeciti anche di appartenenti ad altre realtà criminali organizzate, operanti sui territori della Campania, grazie alle contiguità con appartenenti a storiche consorterie camorristiche, Puglia, con particolari aderenze a consessi della Sacra Corona Unita, Basilicata, ove è stata documentata la rete relazionale intessuta con esponenti di un’articolazione mafiosa locale denominata storicamente dei “basilischi” quale promanazione di matrice ‘ndranghetistica. Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito omicidiario posto in essere in danno di un affiliato ad una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio con particolare declinazione nello specifico settore illecito.  Delitto che non si è poi realizzato, solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali.

Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio.

In tale quadro, le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose così come il compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare una rapina ai danni della proprietaria di una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata alle esazioni estorsive non solo quale mezzo di arricchimento illecito ma soprattutto quale strumento di controllo del territorio. Sempre nell’alveo dell’attività criminose della cosca Pisano, sono state raccolte fonti di prova che hanno permesso, inoltre, di documentare la commissione di truffe mediante artifizi e raggiri consistiti nel far figurare delle ritenute d’acconto su redditi non soggetti ad Irpef, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nell’interesse di persone asseritamente non soggette a tassazione, traendo in inganno gli enti previdenziali sul diritto del richiedente al rimborso delle ritenute, in realtà non effettuate, ottenendo così ingiustamente il rimborso di danaro. Nel corso della medesima attività investigativa è emerso anche il favoreggiamento, da parte di alcuni indagati, della latitanza di un associato, Domenico Pepè, finalizzata ad evitare l’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere. Latitante che, è stato assicurato alla giustizia nel dicembre 2017. Particolare rilevante da evidenziare è il fatto che il latitante avesse trovato rifugio in Campania, a riprova del legame di tipo mutualistico che avevano stretto la consorteria mafiosa rosarnese con quella salernitana.

Di rilevante gravità, infine, la documentazione del condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale, mediante il controllo e la guida delle campagne elettorali nell’ultima competizione comunale di Rosarno. In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare l’appoggio elettorale fornito dalla cosca Pisano al candidato Sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, e ad un consigliere comunale, Domenico Scriva, poi risultati eletti e tuttora in carica, odierni destinatari di misura custodiale domiciliare, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale, nonché l’assegnazione di lavori pubblici e di altri favoritismi. Quale candidato a sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà avrebbe accettato la promessa dei voti della cosca Pisano in cambio dell'assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell'assessorato ai lavori pubblici o, comunque, l'attribuzione di un altro incarico di prestigio. Secondo gli inquirenti, lo scambio elettorale politico-mafioso riguarderebbe anche il mutamento della destinazione urbanistica di alcuni terreni di proprietà della cosca Pisano vicino allo svincolo autostradale di Rosarno e la riapertura del centro vaccinale in un immobile di pertinenza della famiglia mafiosa conosciuta con il soprannome dei "diavoli". La cosca, inoltre, avrebbe chiesto al sindaco di assegnare a suoi uomini di fiducia sia la carica di vicesindaco. Stando a quanto scrive la Dda, infine, per le elezioni comunali del 2016 Giuseppe Idà avrebbe chiesto a Carmine Pesce di procurargli voti.

Procuratore Bombardieri: "Ingerenza cosca anche in programma sindaco"

Nell’ambito dell’attività è emersa anche una situazione di tensione scaturita dalla condotta del Sindaco neo eletto finalizzata a palesare una presa di posizione distante dalle locali consorterie mafiose che invece avevano palesemente e concordemente appoggiato la sua campagna elettorale. "Ci sono riferimenti ad altri politici che però non hanno trovato riscontri nelle indagini". A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. "È un'indagine - afferma Bombardieri - che prende le mosse dal collaboratore Lorenzo Bruzzese. I carabinieri hanno monitorato l'attuale operatività della cosca che spaziava non solo dal traffico di sostanze stupefacenti all'usura e all'estorsione. Ma anche alle ingerenze nell'attività amministrativa. La cosca si è occupata delle elezioni comunali del 2016 a Rosarno. Il boss Francesco Pisano si è posto come stratega delle elezioni. Abbiamo assistito all'ingerenza dei 'diavoli' nella predisposizione della lista, del simbolo della lista e addirittura del programma elettorale. In paese emergeva un collegamento chiaro tra i Pisano e il candidato sindaco. C'è una piena consapevolezza dell'appoggio criminale che veniva non solo accettato, ma nasce prima". "Non stiamo parlando di promesse generiche - dice Paci - ma di promesse determinate. La prima uscita pubblica del candidato sindaco poi eletto è stata concordata prima con i referenti della cosca anche nei suoi dettagli grammaticali. C'è una compenetrazione strettissima del rapporto sia dalle origini". Paci racconta anche un episodio da cui emerge il tentativo del sindaco Idà di prendere le distanze dalla cosca: "La sua preoccupazione era quella di smentire l'ondata di voci su questo rapporto con i Pisano". Presa di distanza, spiega il magistrato, che "non era stata gradita dalla famiglia mafiosa dopo l'arresto del latitante Marcello Pesce. In quel caso il sindaco aveva espresso il proprio compiacimento per l'operato delle forze dell'ordine e una posizione di sostegno all'opera di restaurazione del controllo di legalità. Dalle intercettazioni emergono delle reazioni negative che inducevano un esponente della cosca Pesce a rivelare quello che era stato l'atteggiamento accondiscendente dell'allora candidato sindaco verso il sostegno elettorale che gli veniva dalla cosca di 'ndrangheta"- "Se inizio io su facebook a dire che lui è venuto a cercare anche i miei voti lo faccio cadere subito" è la frase pronunciata da un affiliato dei Pesce. Nell'ambito dell'inchiesta, inoltre, sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche della provincia reggina, anche operanti in altre parti del territorio nazionale. 

Comandante interregionale Carabinieri: "indagine importante"

"Gratitudine e apprezzamento" sono state espresse dal Comandante Interregionale Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Gianfranco Cavallo, al Generale Andrea Patema, Comandante della Legione Calabria, al Col. Marco Guerrini, Comandante provinciale di Reggio Calabria, e a tutti i militari delle componenti territoriali e speciali dell'Arma - Squadrone Eliportato "Cacciatori", 8° Nucleo Elicotteri, Nucleo Cinofili di Vibo Valentia - impegnati nella vasta operazione antimafia di questa mattina, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, "che dopo un'intensa attività d'indagine del Reparto Operativo provinciale - é detto in un comunicato - ha consentito di sgominare un pericoloso clan della 'ndrangheta, storicamente attivo nell'area rosarnese, per reati di traffico di stupefacenti, usura e scambio elettorale politico-mafioso". "Il Generale Cavallo, insediatosi pochi giorni fa al vertice del Comando che ha competenza sulle Regioni di Sicilia e Calabria - si aggiunge nella nota - ha rimarcato l'importanza dell'indagine denominata convenzionalmente 'Faust', che si è basata sull'azione corale dei carabinieri che ha visto impegnati uomini e donne delle varie componenti investigative e territoriali dei Comandi di diverse province del meridione e del nord Italia e che dimostra ancora una volta l'efficiente organizzazione, l'elevata professionalità e operatività dello strumento di contrasto a tutte le diverse forme di aggressione criminale presenti nel territorio Interregionale, realizzato anche in questa fase emergenziale, da Magistratura e Arma".

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