‘Ndrangheta, Operazione “On The Road”: alleanza tra ucraini, rom e italiani per imporre il pizzo nei trasporti

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ucraini_2Matteo Vescio rom_5Cosimo Berlingieri ucraina_4Larysa Furkulitsa

ucraina_3Nataliia Gordiichulucraina_1Nadiya Tymofiy ucrain_6Ugo Bernardo Rocca

Catanzaro, 15 giugno - Sono sei le persone arrestate nell'ambito dell'operazione odierna coordinata dalla Dda di Catanzaro e chiamata “On the road”. Altre quattro persone, tutte ucraine, sono attualmente ricercate. Le persone arrestate e portate in carcere sono: Matteo Vescio, 29 anni e Cosimino Berlingieri detto 'Coco'', 32 anni, entrambi di Lamezia Terme; Nataliia Gordiichul, 34 anni; Nadiya Tymofiy, 49 anni, e Larysa Furkulitsa, 38 anni, tutte ucraine. Ha invece ottenuto gli arresti domiciliari Ugo Bernardo Rocca, 26 anni, di Lamezia Terme. Alle persone arrestate è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro, Abigail Mellace, che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, e del sostituto Simona Rossi.

Secondo quanto ricostruito dalle autorità investigative, il gruppo composto da cittadini di etnia Rom, ucraini e italiani aveva realizzato dei ''caselli" doganali dove pagare il pizzo per il trasporto dei pacchi che la comunità ucraina della provincia di Catanzaro inviava nella terra d’origine. Le indagini hanno avuto inizio dopo una segnalazione anonima giunta agli agenti della squadra mobile di Catanzaro. Gli investigatori, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno scoperto un’ organizzazione di tipo mafiosa composta da esponenti delle cosche di Lamezia Terme e cittadini ucraini. Inoltre si è appreso, che la stessa organizzazione così costituita poteva contare sull'appoggio delle cosche lametine, facendo pagare il pizzo agli autisti che trasportavano i pacchi con generi alimentari e capi di abbigliamento che i componenti della comunità ucraina inviavano ai loro connazionali. E’ stato così possibile calcolare che, in media, per ogni viaggio, gli autisti venivano costretti a pagare somme dai 100 ai 200 euro. Nei dieci viaggi mensili gli autisti si dovevano fermarsi in due zone ben precise di Catanzaro e Lamezia dove i furgoni venivano ispezionati e avveniva il pagamento del pizzo. Secondo quanto si apprende l'estorsione sarebbe andata avanti da oltre sei anni. Per gli investigatori, i componenti dell'organizzazione, avrebbero anche fornito falsi documenti romeni agli ucraini che intendevano entrare in Italia. Inoltre, nel corso degli anni il gruppo si sarebbe occupato anche di un traffico di armi e dello sfruttamento di una donna ucraina alla prostituzione. Ingegnoso anche il metodo utilizzato dal gruppo per non farsi intercettare: si facevano infatti consegnare dal titolare di una agenzia di pompe funebri delle schede telefoniche intestate a persone decedute. Tutto questo, però, non ha inficiato il lavoro delle forze dell’ordine che, dopo diversi mesi d’ intercettazioni, sono riusciti a comporre il puzzle dell’associazione.

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