Operazione "Petrolmafie spa" contro riciclaggio e frode fiscale: 71 arresti e sequestro beni per 1 miliardo anche in Calabria - NOMI E VIDEO

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Catanzaro - I finanzieri dei Comandi provinciali di Napoli, Roma, Catanzaro e Reggio Calabria, unitamente ai finanzieri dello Scico e ai Carabinieri del Ros, coordinati dalle rispettive Direzioni Distrettuali Antimafia e dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, stanno dando esecuzione a provvedimenti cautelari a carico di una settantina di persone responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi. Contestualmente sono in corso sequestri di immobili, società e denaro contante per un valore di circa 1 miliardo di euro.

L'operazione è frutto di 4 diverse indagini, coordinate dalle diverse Procure antimafia di Catanzaro, Reggio Calabria, Napoli e Roma e dalla Direzione nazionale antimafia. Le indagini sono confluite nella maxi operazione alla luce del fatto che avevano ad oggetto le stesse dinamiche criminali anche se con soggetti coinvolti diversi. Sono 71 (56 in carcere + 15 fermi) in totale le misure personali emesse e 946.500.000 euro il totale dei sequestri.

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Le indagini sulla ‘ndrangheta della DDA di Catanzaro

Sul versante delle indagini sulla ‘ndrangheta, avviate nel giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro - Direzione Distrettuale Antimafia, quale naturale prosecuzione dell’operazione “Rinascita-Scott”, si è incentrata sulle figure di imprenditori vibonesi, attivi nel settore del commercio di carburanti, ritenuti espressione della cosca Mancuso di Limbadi, nonché collegati alle articolazioni ‘ndranghetistiche sia della Provincia di Vibo Valentia (Bonavota di S. Onofrio, gruppo di San Gregorio, Anello di Filadelfia e Piscopisani) che del “reggino” (cosca Piromalli, cosca Italiano di Delianuova, cosca Pelle di S. Luca). In particolare, sono stati accertati due sistemi di frode, riguardanti il commercio del gasolio, attraverso il coinvolgimento di 12 società, 5 depositi di carburante e 37 distributori stradali, elaborati, organizzati e messi in atto proprio dagli indagati. La lunga attività investigativa ha fatto emergere gravi indizi a carico di soggetti mafiosi che, grazie alla collaborazione di imprenditori titolari e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, operanti nel medesimo settore, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base in Vibo Valentia, finalizzata alla evasione dell’IVA e delle accise su prodotti petroliferi.

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L’associazione avrebbe commesso innumerevoli reati fiscali ed economici: contrabbando di prodotti petroliferi, l’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, l’interposizione di società “cartiere”, la contraffazione e utilizzazione di Documenti di Accompagnamento Semplificati (DAS), il riciclaggio, il reimpiego in attività economiche di proventi illeciti, l’auto-riciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori e altri.

Il sistema di frode consisteva nell’importazione, perlopiù dall’est-Europa, di prodotti petroliferi artefatti (miscele) e oli lubrificanti, successivamente immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione. I prodotti venivano, quindi, trasportati, con documentazione di accompagnamento falsa, presso i siti di stoccaggio nella disponibilità dell’associazione, ubicati in Maierato (VV) e Santa Venerina (CT), pronti per essere immessi sul mercato (sia fatturato che completamente in nero) come “gasolio per autotrazione”, categoria merceologica di maggiore valore, soggetta ad un’accisa superiore, con notevole margine di guadagno. In tal modo, dal 2018 al 2019, sono stati movimentati circa 6.000.000 di litri di gasolio per autotrazione di provenienza illecita, cui corrisponde un’evasione di accisa pari ad euro 5.766.018,60. Inoltre, sono stati accertati episodi di omessa dichiarazione dell’IVA, con un’evasione pari ad euro 661.237,86, di emissione di fatture per operazioni inesistenti per euro 1.764.022,27, nonché di omesso versamento di IVA per euro 1.729.586,00.

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Le indagini sulla ‘ndrangheta: DDA Reggio Calabria.

A Reggio Calabria, infine, sempre oggi, sono giunte a epilogo complesse indagini condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale I.C.O. di Roma, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che hanno riguardato una struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, gravemente indiziata di aver utilizzato sistemi di frode allo scopo principale di evadere le imposte, in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo (improprio) delle c.d. “Dichiarazioni di Intento”, sotto la direzione strategica di un commercialista e con la compiacenza di soggetti esercenti depositi fiscali e commerciali, con un controllo capillare dell’organizzazione criminale di tutta la filiera della distribuzione del prodotto petrolifero, dal deposito fiscale ai distributori stradali. Le investigazioni puntavano a far emergere gli interessi della ‘ndrangheta, della mafia siciliana e della camorra, nella gestione del business del commercio di prodotti petroliferi sull’intero territorio nazionale.

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Tra i principali membri apicali del sodalizio spiccano:  Vincenzo Ruggiero cl ‘35 e Gianfranco Ruggiero cl’ 61; Giovanni Camastra cl’ 64 e Domenico Camastra cl’ 71; Giuseppe Del Lorenzo cl’ 75. 

In particolare, secondo le indagini, le società investigate (“cartiere”), affermando fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, presentavano alla Italpetroli spa di Locri – volano della frode - la relativa dichiarazione di intento per l’acquisto di prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’IVA; il prodotto così acquistato, a seguito di diversi (e cartolari) passaggi societari, veniva poi ceduto, a prezzi concorrenziali, ad individuati clienti. Nel corso delle indagini è stato ricostruito anche un giro di false fatturazioni per un ammontare imponibile complessivo pari ad oltre 600 milioni di euro e IVA dovuta pari ad oltre 130 milioni di euro; l’omesso versamento di accise per circa 31 milioni di euro.

I NOMI

La Dda di Catanzaro ha messo un fermo di indiziato di delitto nei confronti di 15 indagati e sequestri per un valore complessivo di 142 milioni di euro. Reati ipotizzati: associazione per delinquere di tipo mafioso (‘ndrangheta), estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalità mafiosa, nonché associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’IVA e delle Accise sui prodotti petroliferi destinati al consumo Hanno operato 250 Finanzieri del Comando Provinciale Catanzaro e 400 Carabinieri.

Destinatari dei provvedimenti di fermo:

Alberto Pietro Agosta, Cl.’86 di Sant’Agata li Battiati (Ct), Francescantonio Anello, Cl.89 di Filadelfia (Vv), Luigi Borriello, Cl.’75 di San Giorgio a Cremano (Na), Antonio D’amico, Cl.’64 di Vibo Valentia, Giuseppe D’amico Cl. 72 di Vibo Valentia, Giorgio Salvatore Cl.’74 di Chiaravalle Centrale (Cz), Francesco Mancuso, Cl. 57 di Limbadi (Vv), Silvana Mancuso, Cl. 69, di Limbadi (Vv), Francesco Monteleone, Cl. 85, di Vibo Valentia, Irina Paduret, Cl. 86, di Milano, Francesco Saverio Porretta, Cl. ’74, di Milano, Rosamaria Pugliese, Cl.’75, di Nicotera, Domenico Rigillo, Cl.’72 di San Vito Sullo Ionio (Cz), Giuseppe Ruccella, Cl. 81 di Filogaso (Vv), Alessandro Primo Tirendi, Cl.’82 di Gravina di Catania (Ct).

Dda Reggio Calabri: misure cautelari personali nei confronti di 23 persone (19 in carcere – 4 agli arresti domiciliari) e sequestri per oltre 600 milioni di euro. Reati ipotizzati: associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode fiscale, riciclaggio e ricettazione. Hanno operato 500 Finanzieri del Comando Provinciale Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O. di Roma con il supporto di altri Reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia, Catania, Foggia, Caserta, Salerno, Napoli, Frosinone, Roma, Firenze, Reggio Emilia, Parma, Milano, Torino, Novara e Varese, e, con la collaborazione di organi collaterali esteri e delle autorità giudiziarie straniere coordinate da EUROJUST e INTERPOL in Germania, Bulgaria, Ungheria, Romania, Malta e Spagna.

Destinatari dei provvedimenti cautelari, in carcere: Gianfranco Ruggiero Cl. ‘61, Giuseppe De Lorenzo Cl. ‘75, Antonio Casile Cl. ‘69, Giovanni Camastra Cl. ‘64, Domenico Camastra Cl. ‘71, Cosimo Bonafortuna Cl. ‘75, Salvatore Sabatino Cl. ‘69, Camillo Anastasio Cl. ‘64, Mattia Anastasio Cl. ‘91, Luigi De Maio Cl. ‘80, Roberto Murolo Cl. ‘79, Mario Gitano Cl. ‘85, Luigi Devoto Cl. ‘91, Salvatore Amoroso Cl. ‘66, Raffaele Cepollaro Cl. ‘88, Sergio Leonardi Cl. ‘78, Carmelo Fabretti Cl. ‘80, Eugenio Barbarino Cl. ’84 Orazio Romeo Cl. ‘69.

Arresti domiciliari: Francesco Stefano Morabito Cl. ‘64, Antonio Di Mauro Cl. ‘74, Carla Zeccato Cl. ’68 Antonino Grippaldi Cl. ‘68.

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