'Ndrangheta stragista, boss Graviano depone a Reggio: "Anche Dell'Utri tradito da Berlusconi"

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Reggio Calabria- "Anche Dell'Utri è stato tradito". Lo ha detto l'ex boss Giuseppe Graviano deponendo in videoconferenza in Corte d'assise a Reggio Calabria nel processo "'Ndrangheta stragista" in merito ai suoi presunti rapporti con Silvio Berlusconi. Nel corso dell'interrogatorio il Procuratore aggiunto distrettuale di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha ricordato a Graviano le intercettazioni ambientali raccolte dagli inquirenti durante la comune detenzione con il camorrista pentito Umberto Adinolfi. L'ex boss, in quella circostanza, raccontava ad Adinolfi "il tradimento di Berlusconi, e non solo per gli investimenti immobiliari a Milano per venti miliardi di lire, ma per avere aggravato la legislazione antimafia che ha danneggiato pure lui". Graviano ha eluso la richiesta del Pm di rendere noto il nome del personaggio di cui parla a bassa voce con Adinolfi, "uno che se si pente salta tutto".

"Nessun rapporto con 'ndrangheta per attacchi Stato"

E' durata circa sette ore l'udienza di oggi del processo "'ndrangheta stragista" incentrata sull'esame dell'ex boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano da parte del Pm distrettuale di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. L'ex capo del mandamento di Brancaccio, che nel processo è imputato assieme al boss della ndrangheta Rocco Santo Filippone, di Melicucco, ha respinto ogni responsabilità in ordine alle testimonianza dei pentiti Spatuzza e Tranchina sui rapporti con la 'ndrangheta calabrese e sulle strategie della tensione per costringere lo Stato, con gli attentati dinamitardi e gli attacchi all'Arma dei carabinieri, alla 'trattativa' per accettare i canoni scritti da Totò Riina nel suo 'papello'. Le condizioni, cioè, per interrompere la spirale degli omicidi dei carabinieri e gli attentati in luoghi pubblici. Il processo riprenderà il 21 febbraio con la prosecuzione dell'esame di Graviano, udienza in cui sarà anche presente l'ex magistrato Antonio Ingroia nella veste di difensore di parte civile delle famiglie degli appuntati Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, assassinati da un commando della 'ndrangheta il 18 gennaio 1994 sulla corsia sud dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Scilla, mentre erano impegnati in un'operazione di controllo del territorio.

"Concepii figlio grazie a distrazione agenti"

"Ho approfittato di un attimo di distrazione degli agenti del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria". Così Giuseppe Graviano, ex boss del mandamento palermitano di Brancaccio, ha risposto alle domande del Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo sulla vicenda del concepimento del figlio durante la detenzione al 41 bis intervenendo in videoconferenza nel corso dell'udienza del processo "'Ndrangheta stragista" in corso in Corte d'assise a Reggio Calabria. "Sulla procedura di concepimento - ha aggiunto - mi istruì un ginecologo che non posso certo nominare". Graviano, nel corso dell'interrogatorio, ha evitato di rispondere sulle modalità utilizzate per concepire il figlio e, alle domande del procuratore Giuseppe Lombardo, che ha insistito per sapere di più sul punto, l'ex boss non ha inteso fornire ulteriori chiarimenti.

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