'Ndrangheta, usura ed estorsione nel vibonese: in manette anche esponente dei Mancuso - VIDEO

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Nicotera (Vibo Valentia) - Usura ed estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. Operazione dei carabinieri della Compagnia di Tropea, col coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, per l'esecuzione di un decreto di fermo a carico di due persone accusate in concorso di estorsione. In manette sono finiti un esponente apicale della famiglia di 'ndrangheta dei Mancuso e un suo sodale. I particolari verranno forniti in mattinata nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Comando provinciale carabinieri di Vibo Valentia alla presenza del capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri.

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Boss Antonio Mancuso fermato per estorsione

Si tratta di 2 arrestati (fermi di indiziato di delitto) e 5 indagati. Tra gli arrestati anche Antonio Mancuso, 81 anni, ritenuto esponente apicale della cosca dei Mancuso di Limbadi, è stato sottoposto a fermo dai carabinieri della Compagnia di Tropea insieme a Alfonso Cicerone 45 anni, di Nicotera, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Dda di Catanzaro. I due sono sono accusati di estorsione ai danni di un commerciante. Secondo l'accusa, gli indagati, a vario titolo, dal gennaio al marzo del 2018 avrebbero indotto la vittima ad accettare di estinguere il residuo di un debito - inizialmente di 100 mila euro, rilevato da Mancuso e relativo alla cessione di un magazzino acquistato dal commerciante estorto - versando 15mila euro ogni tre mesi, somma poi ridotta a 5mila, sempre trimestralmente. In più avrebbero chiesto al commerciante di prendere i soldi a usura dallo stesso Mancuso, ottenendo, così, la consegna in contanti di ulteriori 5mila euro. La vittima, secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe stato più volte minacciato.

 

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