Operazione "Golden Junk": Corte dei Conti condanna due ex sindaci di Nocera

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Lamezia Terme - Arrivano le prime pronunce sul caso “Golden Junk”. La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Calabria ed il Tribunale di Lamezia Terme hanno emesso i primi verdetti sull’operato del comune di Nocera Terinese in relazione all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, oggetto delle indagini della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, alla guida del tenente colonnello Fabio Bianco, passate alla cronaca come operazione “Golden Junk”. Nel contesto dell’operazione, le Fiamme Gialle avevano segnalato alcuni degli amministratori e dirigenti comunali alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, ravvisando nei loro confronti il reato di abuso di ufficio ed alla Corte dei Conti per l’accertamento del danno erariale cagionato dai medesimi attraverso l’illecita condotta.

“La Corte dei Conti, il 10 dicembre 2015, all’esito del procedimento ha depositato la sentenza nr. 256, condannando: Ferlaino Luigi, nella qualità di sindaco di Nocera Terinese dal 2007 fino al maggio 2012, al pagamento della somma di € 313.676,48, oltre alla rivalutazione monetaria da calcolarsi dalla data dei singoli mandati di pagamento; Rocca Gaspare, al pagamento della somma di € 25.000,00, oltre alla rivalutazione monetaria da calcolarsi dalla data dei singoli mandati di pagamento; Macchione Giovanni Eugenio, nella qualità di responsabile pro-tempore dell’Ufficio amministrativo comunale, al pagamento della somma di € 120.000,21, oltre alla rivalutazione monetaria da calcolarsi dalla data dei singoli mandati di pagamento. Oltre agli interessi legali e le spese di giudizio per € 3.717,81. Ha invece assolto Macchione Gennaro, cl. 1946, ex dirigente dell’ufficio tecnico, per l’intervenuta prescrizione dei fatti ad egli contestati. La Corte dei Conti, per giungere alle predette conclusioni ha ravvisato  che la condotta del Ferlaino è stata improntata alla massima trascuratezza dei propri doveri di ufficio ed è contrassegnata da dolo.

Egli quindi ha disatteso tali e tante disposizioni normative, sia in materia di servizi pubblici locali (il TUEL), sia ambientale (il Codice dell’ambiente), quanto di concorrenza (il Codice degli appalti), che riesce difficile anche solo immaginare una semplice disattenzione colposa per i relativi obblighi che ne discendevano, considerato pure che il Ferlaino è un ingegnere, quindi vanta specifiche competenze nelle materie. Considerazioni analoghe valgono per il Rocca, il quale però ha assunto la carica di Sindaco solo per un periodo di sette mesi rispetto a quello contestato dalla Procura che è di sei anni. Il Rocca, anch’egli ignorando e trascurando tutta l’impostazione normativa ed amministrativa in subiecta materia, non ha fatto nulla per far cessare il penoso stato nel quale versava il servizio, gestito precariamente dall’amministrazione con i mezzi locati presso l’impresa Vescio. Nei suoi riguardi ricorre una fattispecie di colpa grave, poiché egli non poteva disconoscere l’esistenza del quadro normativo suddescritto.

Nei confronti del Macchione Giovanni Eugenio, invece, la Corte dei Conti ha riconosciuto nella sua condotta una colpa gravissima. Per quanto concerne il risvolto penale della vicenda, invece, il Tribunale di Lamezia Terme il 06.05.2015 ha condannato ad anni 1 e mesi 8 di reclusione, con sospensione della pena e non menzione l’imprenditore Vescio Giuseppe quale intraneus nel reato di abuso d’ufficio, il quale ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, mentre ha rinviato a giudizio il Ferlaino Luigi che sarà giudicato con rito ordinario”.  

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