Operazione antibracconaggio a Reggio, carabinieri forestali sequestrano armi e richiami: un arresto e due denunce

corpo-forestale-dello-stato-jeep-_copia.jpg

Reggio Calabria - Continua il contrasto al bracconaggio in provincia di Reggio Calabria. In particolare, nell’ambito delle attività intraprese in tutto il territorio nazionale per la salvaguardia dei piccoli uccelli protetti, i Carabinieri Forestali della Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali e del Comando Regione Carabinieri “Calabria”, hanno intensificato l’attività di contrasto alla caccia estiva, frequente in provincia, al Beccafico (Sylvia borin), catturato per scopi alimentari durante la migrazione post-riproduttiva.

Le operazioni predisposte in provincia, coadiuvate anche da volontari esperti dell’associazione ambientalista Committee Against Bird Slaughter (C.A.B.S. Italia)  hanno portato, in località Villa Mesa del comune di Calanna, alla denuncia di due persone, L.L., residente nello stesso comune e A.G., residente in provincia di Brescia, colti in flagranza di reato per l’uccisione di 26 uccelli in area protetta (Zona di Protezione Speciale “Costa Viola”), abbattuti utilizzando richiami elettroacustici vietati per legge, il tutto in periodo di chiusura generale della caccia. Svariati sono i profili di reato imputabili ai due soggetti, reati che includono l’abbattimento di specie protette, l’utilizzo di mezzi non consentiti (richiami elettroacustici), il porto abusivo di fucile e l’omessa custodia di arma da fuoco, in quanto uno dei due soggetti, privo di licenza di porto di fucile, è stato sorpreso nell’atto di utilizzare un’arma fornitagli dall’altro collega di caccia. Sequestrati due fucili, con relativo munizionamento ed i richiami elettroacustici illegali.

Sempre nell’ambito degli stessi servizi antibracconaggio i militari, di pattuglia in località Palusci del Comune di Palmi hanno arrestato, in flagranza di reato ed in piena chiusura generale della caccia, un abitante del posto, S.C., sorpreso a catturare avifauna protetta (Cardellini) utilizzando reti da uccellagione. Il cinquantatreenne, il cui arresto è stato convalidato, dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria del reato di furto aggravato venatorio. Gli esemplari di avifauna già catturati sono stati immediatamente liberati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA