Operazione Bacinella 2, smantellata organizzazione criminale cosca Commisso a Reggio - VIDEO

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Reggio Calabria - Gli uomini del comando provinciale di Reggio Calabria e dello SCICO di Roma hanno portato a disarticolare un gruppo criminale dedito all’usura e all’esercizio abusivo del credito, gravitante nell’orbita della cosca “Commisso”, potente famiglia di ‘ndrangheta operante nella locride. Sono in corso di esecuzione 18 ordinanze di custodia cautelare, nonché il sequestro di varie società, terreni, appartamenti e autovetture.

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Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato a rilevare l’esistenza di un vero e proprio cartello criminale, di tipo mafioso, presente ed operante nella Provincia di Reggio Calabria area jonica di Siderno finalizzato alla commissione di reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

Delle 18 persone coinvolte nell'operazione, 12 sono state condotte in carcere. Si tratta di Domenico Infusini, di 42 anni, titolare del distributore di carburante; Santo Rumbo (26); Isidoro Marando (57), Davide Gattuso (30), Giuseppe Antonio Figliomeni (67), Vincenzo Figliomeni (53), Cosimo Vincenzo Albanese (63), Cosimo Figliomeni (50); Rocco Iennaro (43), Leonardo Policheni (67), Francesco Prochilo (48) e Riccardo Rumbo (53). Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Massimiliano Minnella (43) e Daria Piscioneri (28), per il delitto di favoreggiamento pesonale, consistito nell'aiutare Davide Gattuso durante la latitanza. I beni sequestrati, oltre al distributore di benzina, sono sei ditte individuali operanti nel settore pubblicitario, della ristorazione (bar) e nel commercio all'ingrosso di abbigliamento; sei immobili, di due in costruzione; numerosi terreni, dieci automobili, quattro motocicli, numerosi conti correnti, polizze assicurative ed orologi preziosi.

De Raho: vittime usura terrorizzate

"Le persone arrestate, tutte organiche alla cosca 'Commisso' Siderno, sono particolarmente pericolose per i metodi violenti utilizzati per terrorizzare imprenditori e commercianti che per svariati motivi sono finiti nelle grinfie dell'usura". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'operazione "Bacinella 2" che ha portato all'arresto di 18 presunti affiliati al gruppo criminale 'Rumbo-Galea-Figliomeni', federato con la cosca di 'ndrangheta dei Commisso. "Gli arresti - hanno aggiunto Cafiero de Raho - applicavano tassi usurari da un minimo del 45% al 100% all'anno a imprenditori che venivano continuamente vessati, minacciati sin dentro casa e talvolta duramente picchiati, con l'obiettivo di ridurli al lastrico e farne dei loro prestanome nella guida di attività apparentemente pulite. Solo quattro degli otto imprenditori sottoposti ad usura hanno ammesso, dinanzi alla evidenza delle intercettazioni, di avere subito violenze e ricatti, mentre gli altri quattro hanno preferito negare. A questi imprenditori di tutta la locride venivano prestate somme di alcune decine di migliaia di euro, che entro pochi mesi non potevano essere restituiti. E le azioni di pestaggio non si limitavano soltanto alle persone usurate. Ne è rimasta vittima, infatti, anche la moglie separata di uno degli arrestati, Teresa Figliomeni, aggredita solo perchè aveva chiesto il sostentamento economico riconosciutole dalla legge do po la separazione".

Gratteri, 41bis non rubisca rallentamenti

"Strumenti come il 41bis, oggetto di discussione in una Commissione parlamentare, non devono subire allentamenti altrimenti c'è il rischio che tutto il lavoro investigativo di questi anni ed i livelli di sicurezza che lo Stato è chiamato ad offrire, potrebbero vanificarsi". Gratteri ha sottolineato la pericolosità delle 18 persone arrestate nell'operazione, "pericolosità - ha detto - che traspare dalle intercettazioni in carcere a carico di uno degli arrestati, Riccardo Rumbo, il quale dà le consegne al figlio in visita e, tramite lui, spedisce minacce di morte agli avversari. "Si tratta di un'indagine che tratteggia uno spaccato inquietante di come si vive in alcune realtà difficili di questa provincia. L'azione investigativa condotta dalla Guardia di Finanza è stata esemplare per competenza, efficacia e incidenza positiva dei riscontri, dopo innumerevoli intercettazioni. La ndrangheta, da trent'anni a questa parte si è inserita decisamente nell'attività di strozzinaggio, un reato che un tempo era considerato infamante per i cosiddetti 'uomini d'onore', ma diventato col tempo un efficace strumento per riciclare i proventi degli affari loschi e condizionare l'economia di un'intera area come la locride. Basti pensare che tra gli usurati figura un noto imprenditore di Locri, già colpito da un sequestro di persona, completamento soffocato dal gruppo mafioso". "Gli arrestati - ha concluso Gratteri - non sono persone qualunque, ma elementi di primissimo piano della 'ndrangheta di Siderno, conosciuti per la loro attiva partecipazione alla 'guerra' che i Commisso hanno condotto contro i Costa per conquistare non solo Siderno, ma anche per consolidarsi in nord America, a Toronto, e da lì chiedere il 'posto' nella 'commissione' che regge i traffici criminali nelle Americhe, in particolare, il traffico di cocaina".

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