Operazione Boomerang 2: udienza preliminare a Catanzaro, il 14 novembre la requisitoria del Pm

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Catanzaro – Si è tenuta l’udienza preliminare, davanti al Gup Maiore, per il processo scaturito dalla operazione costola di “Boomerang”, contro lo spaccio a Lamezia Terme. Stamane sono state costituite le parti e i legali difensori degli imputati hanno preannunciato la volontà di voler richiedere il rito abbreviato. L’udienza è stata rinviata al 14 novembre per formalizzare le richieste e ammettere il rito abbreviato per chi deciderà questa opzione, mentre ci sarà l’udienza preliminare per chi sceglierà il rito ordinario. Il 14 novembre ci sarà anche la requisitoria del pubblico ministero, la dottoressa Agostini.

Gli imputati in questo procedimento sono: Saladino Giuseppe, Roberto Giovanni, Caputo Davide, Greco Cristian, Raso Francesco, Cerra Francesco, Pirciu Doru Ionut, Fiorino Emanuel, Gagliardi Morrison Alessio, Cristiano Antonio, Bonaccorsi Futura, Cortese Bruno, Gigliotti Gino, Raso Davide, Muraca Marco, Ranieri Andrea, Bonaddio Melania, Greco Giovannino, Lanzo Vincenzo e Fazio Michele.

Le accuse che sono mosse sono quella dell’associazione associazione dedita allo spaccio di droga e per questo, dopo l’ordinanza del Gip del Tribunale di Lamezia Terme, in relazione ai reati di droga, visto il reato associativo, gli atti erano stati trasmessi alla DDA di Catanzaro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, avevano preso le mosse da un danneggiamento mediante incendio di una autorimessa e emergeva come i due soggetti attenzionati, il Cerra ed il Saladino, sospettati dell’incendio e delle precedenti richieste estorsive, fossero dediti insieme ad altri al traffico illecito di sostanze stupefacenti in un più ampio contesto criminoso che prevedeva divisione dei ruoli e ripartizione dei compiti con collegamenti con elementi della criminalità organizzata del cosentino. In particolare emergeva che all’interno del gruppo erano stati individuati alcuni ragazzi, tra cui dei minorenni, incaricati della raccolta del denaro e dello spaccio al minuto, mentre i capi dell’organizzazione si occupavano della risoluzione dei dissidi interni della “bonifica “delle autovetture in uso agli indagati, per rimuovere eventuali microspie.

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