Operazione Deep su inquinamento marino, generale Salsano: "Reati gravissimi, tutto il territorio sarà controllato"

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Catanzaro - “Abbiamo notato dai dati Ispra che i fanghi prodotti in Calabria come residui delle lavorazioni delle varie aziende sono veramente minimi rispetto ad altre regioni. Ciò accade perché in molti casi sia i depuratori che le altre aziende non rispettano il ciclo ambientale. Non vengono effettuate quelle depurazioni che sono necessarie per garantire la salubrità dell'ambiente e del suolo. Siamo partiti dalla acque marine e fluviali perché statisticamente abbiamo notato che durante il periodo estivo le acque tendono a intorpidirsi con una certa facilità e considerato che la Calabria ha un mare splendido sia sul Tirreno che sullo Jonio, è davvero un peccato che tutto ciò incida negativamente sia sul piano turistico che su quello della salute pubblica”. Lo ha affermato il Comandante della legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Brigata Pietro Salsano, a margine della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell'operazione “Deep” condotta dall'Arma dei carabinieri contro reati ambientali e maladepurazione sul versante tirrenico.

Salsano: “Il nostro obiettivo è far capire che l'aria è cambiata, arriveremo in tutti i territori della regione”

“Abbiamo deciso di attivare un'operazione unica nel suo genere – ha proseguito il generale Salsano - insieme al corpo forestale dell'Arma perché vogliamo far capire a tutti coloro che gestiscono tali attività industriali e che anche a livello comunale gestiscono i depuratori (in Calabria sono più di 300) che la polizia ambientale in Italia è l'Arma dei Carabinieri. Abbiamo monitorato 58 impianti in una fascia che abbraccia 208 km di costa, da Tortora nel Cosentino a Nicotera nel Vibonese e sono emerse diverse infrazioni: il 30% degli obiettivi era fuori norma. E ci mancano ancora tutti i campionamenti che abbiamo effettuato per comprendere per comprendere quali sostanze sono presenti nelle acque. Diverse persone hanno subito denunce penali dalle procure di Paola, Lamezia Terme e Vibo e sono state elevate infrazioni per oltre mezzo milione di euro. Quello che ci ha colpito – ha rilevato Salsano - è che in alcuni casi non c'è stato bisogno dell'intervento dei tecnici perché le infrazioni erano ben visibili, sversamenti nel terreno fatti alla luce del sole. Uno degli obiettivi di questa operazione – ha concluso il Comandante - è quello deterrente, monitoreremo tutta la Regione. Lo squadrone Cacciatori oltre a catturare i latitanti hanno avuto l'incarico di monitorare i fiumi dalla foce fino alla torrente perché ci sono zone normalmente inaccessibili e molte aziende che distano centinaia di metri dal torrente, vi scaricano direttamente attraverso un sistema di tubazioni”.

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Pappaterra (Arpacal): “Siamo sulla strada giusta, grande collaborazione istituzionale”

Presente alla conferenza stampa anche il direttore generale dell'Arpacal, l'Agenzia per la tutela dell'ambiente della Regione Calabria, Domenico Pappaterra. “Siamo decisamente sulla strada giusta, è la prima volta – ha dichiarato Pappaterra - che la drammatica problematica dell'inquinamento marino in Calabria viene affrontata in tempi non sospetti”. Pappaterra ha ricordato che “siamo partiti già dallo scorso autunno, per iniziativa del presidente della Regione, che ha istituito una cabina di regia composta dalle istituzioni scientifiche come l'Arpacal, che fa un'attività di monitoraggio e controllo, e l'istituto Anton Dohrn, da tre Procure, Paola, Lamezia Terme e Vibo Valentia, e dalle forze di contrasto, a partire dall'Arma dei carabinieri che ha fatto questa operazione straordinaria e molto importante. Abbiamo fatto una scelta di fondo, di intesa con tutti questi soggetti: è un lavoro che parte, ovviamente non si completerà per la prossima estate, ma abbiamo fatto la scelta di iniziare a monitorare il tratto di mare più compromesso, il Tirreno Cosentino, il Tirreno Catanzarese e il Tirreno Vibonese, la striscia tra Tortora e Nicotera. Questa attività – ha sostenuto il direttore generale dell'Arpacal - rappresenta un cambio di passo: non sarà la soluzione finale, ma stiamo creando i presupposti per una stagione che possa essere meno complicata rispetto al passato”.

Pappaterra ha poi osservato: “Dai dati Ispra risulta che in Puglia vengono smaltiti quasi 300mila tonnellate di fanghi della depurazione, in Calabria sono poco più di 30mila. La Calabria non è molto più piccola della Puglia e non ha molte più coste della Puglia, evidentemente c'era un'attività di smaltimento inadeguata. Devo sottolineare – ha evidenziato il dg dell'Arpacal - che la Regione si è messa a disposizione dei Comuni per aiutarli e sostenerli anche nelle spese, per questo consideriamo questa operazione un forte elemento di deterrenza e non di repressione. Oggi dobbiamo costruire una sensibilità comune e fare squadra, sapendo che ciascuno deve assumersi la responsabilità di un cambio di passo, e attorno a questa squadra anche i sindaci devono darci una grande mano, e devono essere loro stessi a segnalare laddove – ha concluso Pappaterra - ci sono problemi o gestioni non adeguate, che vanno sostituite”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il comandante regionale dei carabinieri forestali, il colonnello Giorgio Borrelli, che ha sottolineato “la grande sinergia tra tutti i soggetti impegnati in questa operazione e il contributo della nostra struttura, che ha dispiegato 100 militari”.

Bruno Mirante

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