Operazione Feudo, la mano della 'ndrangheta dietro traffico di rifiuti: "Nel lametino smaltimento illecito anche vicino al mare"

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Lamezia Terme - Le mani della 'ndrangheta sul traffico illecito di rifiuti tra Lombardia, Campania e Calabria. Fra le carte dell'indagine dei carabinieri forestali che oggi ha portato a undici arresti tra Milano e la Calabria emerge - come sottolineato dagli inquirenti della Dda di Milano, Alessandra Dolci e Silvia Bonardi - un'intercettazione definita "bellissima" perché esemplifica le modalità con cui la 'ndrangheta entrava nelle aziende di smaltimento Rifiuti del nord, letteralmente "occupandole", per poi arrivare a farsi cedere le quote. I criminali calabresi cominciavano con l'utilizzare i mezzi e gli uffici di una ditta brianzola, andavano avanti con l'usurparne i beni, fino addirittura a fare rifornimento alle loro auto nell'impianto, e finivano con il comprare la società; è a questo punto che l'imprenditore brianzolo ormai stremato alza le mani: "E' come se gli invitati a pranzo in casa mia cominciassero a mangiare la pasta senza aspettarmi. Noi al nord non siamo capaci di fare queste cose", confessa, nel corso di una riunione con i malviventi; la risposta non si fa attendere: "L'azienda è nostra, metteremo a capo un nome candido come la candeggina". Il traffico intercettato dalle indagini milanesi porta a disegnare una mappa del crimine ambientale che ha origine in Campania, regione da cui provengono la maggior parte dei Rifiuti qui sequestrati, e prende la direttrice del nord, tra le province di Como, Pavia e Milano: qui vecchi capannoni industriali prendono la forma di discariche illecite, a cui poi viene dato fuoco.

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E' proprio dal maxi rogo di Corteolona, nel Pavese, che ha ha preso le mosse l'inchiesta, delineando un filo conduttore che lega quell'incendio a quello di via Chiasserini a Milano, avvenuto a pochi mesi di distanza lo scorso anno, e che ha provocato per giorni una densa nube nera in citta': "Il filo conduttore è la ndrangheta" ha puntualizzato infatti il capo della Dda Milanese, Dolci. All'origine dunque la società municipalizzata campana Sap.Na, che si occupa della raccolta differenziata a Napoli; in mezzo quella che gli inquirenti hanno definito "zona grigia", ovvero gli intermediari che si occupano del trattamento: in questo caso il consorzio Citer di Salerno, che aveva già preso accordi con la Smr Ecologa di Como, societaà di Angelo Romanello, 35enne di Siderno (Reggio Calabria), già comparso nelle maxi inchieste contro la 'Ndrangheta "Crimine Infinito" e "Grillo parlante". E' lui ad essere considerato il fulcro di un giro d'affari di oltre 1,7 milioni di euro nel solo 2018, con oltre 14mila tonnellate di Rifiuti trafficati e 7 discariche abusive scoperte. Romanello teneva i rapporti con la 'ndrangheta in Calabria, ma aveva anche interessi internazionali: "Abbiamo sequestrato alcuni documenti che attestano come uno degli arrestati per suo conto stesse esportando senza autorizzazioni materiale plastico in Turchia. Lo stesso Romanelli detiene quote di un cementificio in Tunisia, ha grossi interessi in Germania e in alcune intercettazioni ammette di avere un canale pressoche' illimitato per conferire spazzatura nell'inceneritore di Duesseldorf", ha spiegato la pm Bonardi. Al momento dell'arresto in casa sua ad Erba (Como), questa mattina, però, stava tentando di scappare: i carabinieri del nucleo forestale lo hanno fermato sul balcone.

Esiste una zona grigia di imprenditori e professionisti conniventi, dunque, nel traffico di Rifiuti scoperto dai carabinieri grazie al supporto della procura di Lamezia Terme: dal proprietario della ex Snia di Varedo (Monza e Brianza) che sapeva che la sua area sarebbe stata affittata per smaltire illecitamente spazzatura, alla consulente ambientale iscritta all'Albo della Lombardia, Sara Costenaro, che aiutava i criminali a smaltire illecitamente, in cambio di una "rendita, che avrebbe garantito la sussistenza per se' e per suo figlio nel caso in cui fosse andata in carcere".

All'origine dell'enorme disponibilita' del materiale da trattare proveniente soprattutto dai Rifiuti indifferenziati e differenziati urbani, c'è il blocco delle esportazioni delle eco-balle in Cina dopo la decisione del Governo asiatico nel 2017: da quel momento le organizzazioni criminali hanno potuto trattare "l'immondizia come se fosse oro" insinuandosi nella gestione dell'emergenza. Benche' gli strumenti di intimidazione dell'organizzazione fossero tipici della 'ndrangheta, e benché alcune controversie - si legge nelle intercettazioni, "sarebbero state sanate ad un tavolo in cui sarebbero stati presenti uomini di Platì", il fulcro del traffico era però la Lombardia: è qui che sono collocate per la maggior parte le discariche abusive che poi vengono date alle fiamme (in quest'indagine confluiscono informazioni emerse da quella sul rogo di via Chiasserini a Milano). Quando anche gli spazi al nord non bastavano più, oppure si trattava di Rifiuti particolarmente pericolosi come quelli ospedalieri, i camion venivano fatti partire in direzione di Lamezia Terme, in Calabria. Uno di questi è stato seguito con una cimice nel corso di un viaggio lungo oltre mille chilometri. Al termine del quale "abbiamo scoperto veri e propri crateri le cui pareti erano fatte di spazzatura, anche in prossimità del mare", hanno ricordato i comandanti dei carabinieri forestali Andrea Fiorini e Giovanni Gianvincenzo. Impressionante il disastro ambientale provocato in due cave del Lametino, la Cava Parisi e la Cava Liparota.

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