Operazione "Happy hour", scoperte due piazze di spaccio a Nocera Terinese: 4 arresti - VIDEO

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Lamezia Terme – Ci vediamo per un “aperitivo...”. Questa la parola in codice utilizzata dagli indagati per organizzare i loro incontri e quelli con i numerosi acquirenti che si rifornivano da loro. Sono così state scoperte, dai carabinieri, due distinte piazze di spaccio, divenute riferimento nel comune costiero di Nocera Terinese. Tra febbraio e maggio 2019, infatti, i carabinieri della Compagnia di Lamezia, hanno documentato, a seguito di complesse indagini, la loro esistenza. Marijuana e cocaina il core business dei due distinti gruppi che, senza rivalità, si erano divisi la clientela proveniente da tutto il litorale. Oggi, nelle prime ore del giorno, nel comune di Nocera Terinese, i militari della Compagnia Carabinieri di Lamezia Terme, supportati da personale del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (agli arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Lamezia, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 4 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio in concorso di stupefacenti. Si tratta di F.V. 51 anni, N.F.O. 28 anni, F.M. 35 anni e P.M. di 22. In particolare, uno degli arrestati, N.F.O., già nel marzo del 2018 era stato arrestato dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Lamezia Terme in quanto trovato in possesso di marijuana e cocaina.

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Le attività tecniche ed i servizi di appostamento hanno permesso di documentare gli appuntamenti nel corso dei quali si discuteva dello stupefacente, del suo prezzo e delle dosi da confezionare. Decine, i riscontri a seguito dei controlli eseguiti sugli acquirenti, con il rinvenimento e sequestro dello stupefacente, che hanno evidenziato la presenza di condotte organizzate e tutt’altro che occasionali. Inoltre, a nulla è valso l’arresto, in flagranza di reato, di uno degli indagati che, a seguito della sua scarcerazione, avrebbe ripreso la sua attività delinquenziale.

L’attività investigativa ha inoltre evidenziato il modus operandi degli indagati che avevano scelto quali “basi logistiche” due distinte attività commerciali, in modo tale da sviare l’attività di contrasto e confondere il via vai degli acquirenti con quello della normale clientela. Uno dei due titolari degli esercizi in questione è poi risultato essere pienamente coinvolto nell’attività di spaccio.

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