Operazione "Imponimento", il Gip di Lamezia conferma il fermo per 41 indagati

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Lamezia Terme – Convalidato il fermo per tutti i 41 indagati rimasti coinvolti nell'operazione "Imponimento" coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro che ha portato all'emissione di 75 fermi lo scorso 21 luglio. Una parte degli indagati, quindi, è comparsa davanti ai giudici di Lamezia, altri davanti al Gip di Catanzaro.

Gli arresti, avvenuti in Italia e in Svizzera, vedono gli indagati accusati, a vario titolo, di gravi delitti, fra i quali, associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione ed altri reati, tutti aggravati dalle modalità mafiose. “In questa indagine trovate tutta la gamma dei reati tranne lo sfruttamento della prostituzione. Ci sono tutti i reati previsti dal codice penale e dalle leggi speciali”, lo aveva affermato il procuratore Nicola Gratteri a margine della conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro.

Questa mattina, i giudici Sonni, Prignani, Nania e Loscanna, dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia, visti gli atti del procedimento penale ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, (in ordine ad alcuni reati) per: Antonio Anania, difeso dall'avvocato Francesco Zoccali e Francesco Gambardella; Francescoantonio Anello, difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Torchia; Giovanni Anello, difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Francesco Zoccali; Rocco Anello, difeso dall'avvocato Domenico Anania e Anselmo Torchia; Tommaso Anello, difeso dall'avvocato Anselmo Torchia; Antonio Attisani, difeso dall'avvocato Vincenzo Fulvio Attisani; Angela Bartucca, difeso dall'avvocato Sergio Rotundo; Domenico Bretti, difeso dall'avvocato Giovanni Lacaria; Vito Bretti, difeso dall'avvocato Giuseppe Torchia; Simone Catanzaro, difeso dall'avvocato Antonio Muscimarro; Antonio Cerra, difeso dall'avvocato Aldo Ferraro; Francesco Conidi, difeso dagli avvocati Teresa Bilotta, Andrea Mazzotta, Eugenio F. Perrone; Vincenzo De Nisi, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella; Domenico Fraone, difeso dall'avvocato Davide dell'Aquila; Giuseppe Fruci, difeso dall'avvocato Sergio Rotundo; Vincenzo Fruci, difeso dall'avvocato Antonio Tilieci; Angelo Galati, difeso dall'avvocato Teresa Bilotta; Giuseppe Galati, difeso dall'avvocato Massiliano Carnovale; Domenico Gallello, difeso dall'avvocato Massiliano Carnovale e Tamara De Fazio; Giovanni Giardino, difeso dall'avvocato Pietro Borrello e Antonio Larussa; Ariosto Guzzo, difeso dall'avvocato Giulio Calabretta; Francesco Iannazzo, difeso dall'avvocato Renzo Andricciola; Pierdomemico Iannazzo, difeso dall'avvocato Antonio Larussa; Teodoro Mancari, difeso dall'avvocato Antonio Muscimarro; Giovanni Mastrandea; difeso dall'avvocato Anselmo Torchia; Antonio Mazzotta, difeso dall'avvocato Franco Luciano Vonella; Giacomo Michienzi, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella; Maurizio Michienzi, difeso dall'avvocato Antonio Zoccali; Stefano Montauro; difeso dall'avvocato Antonio Muscimarro; Nicola Antonio Monteleone; difeso dall'avvocato Sergio Rotundo; Francesco Notaris, difeso dall'avvocato Sergio Rotundo; Francesco Perugino, difeso dall'avvocato Rocco Cardillo; Rocco Polito, difeso dall'avvocato Antonio Muscimarro; Pasquale Rondinelli, difeso dall'avvocato Francesco Zoccali; Vincenzo Rondinelli, difeso dall'avvocato Francesco Zoccali; Gaetano Ruscio, difeso dall'avvocato Raffaele Rizzuti; Domenico Rutigliano, difeso dall'avvocato Antonio Larussa; Francesco Serratore, difeso dall'avvocato Francesco Fodaro e Giuseppe Spinelli; Gino Stranges, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella; Antonio Francesco Trovato, difeso dall'avvocato Natalino Pileggi; Antonio Talarico, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella.

Inoltre, il gip applica nei confronti di Francescoantonio Anello in relazioni ai capi 56 e 58 e per Nicola Antonio Monteleone in relazione al capo 63 la misura degli arresti domiciliari.

Giovedì, infatti, sono iniziate le udienze di convalida dei fermi scaturiti dall'operazione "Imponimento". Il quadro accusatorio racconta di un controllo capillare da parte delle cosche, in particolare quella Anello, nel territorio tra Acconia, Filadelfia e Pizzo: sotto il dominio delle cosche droga, estorsioni, villaggi turistici, bandi, appalti, settore boschivo. Tra i nomi degli indagati anche politici tra cui un ex assessore regionale, Francescantonio Stillitani, imprenditori, funzionari pubblici, finanzieri e poliziotti.

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