Operazione “Laqueo”, Bombardieri: “L’usura è una piaga che blocca l’economia pulita e lecita” - VIDEO

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Catanzaro – Tassi d’interesse al 30% mensile per prestiti usurai elargiti ad imprenditori, prevalentemente nel settore edile. Per questo motivo, nell’ambito dell’operazione “Laqueo”, sono finite in manette 14 persone, tutte destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari per usura ed estorsione aggravate dalle modalità mafiose, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. Un giro di affari legato all’usura gestito dalla ‘ndrangheta cosentina che attingeva il denaro dalla cosiddetta “bacinella” delle cosche “Lanzino – Cicero “ e “Rango –Zingari” per elargire i prestiti agli imprenditori. Un sistema consolidato, che si riferisce al periodo che va dal 2005 al 2012, scoperto grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Roberto Violetta Calabrese, permettendo di comprovare un capillare lavoro di indagine, portato avanti dai carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Cosenza.

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Coinvolto nel giro, anche il calciatore, attualmente svincolato, Francesco Modesto che è stato in forze al Crotone e che ha militato in serie A e B. Modesto è stato riconosciuto da una persona offesa con il ruolo di “finanziatore”. Coinvolto tramite il suocero, Luisiano “Mimmo” Castiglia, che era in contatto con le cosche. I soldi che servivano a finanziare i prestiti sarebbero stati prelvato anche dal conto di Modesto, che aveva le possibilità grazie ai suoi lauti ingaggi da calciatori e nei suoi confronti, spiccano alcune dichiarazioni molto forti.

“L’usura è una piaga che blocca lo sviluppo dell’economia pulita e lecita e in questo distretto è strettamente legata alla criminalità organizzata”. Così il procuratore aggiunto della Dda, Giovanni Bombardieri, che ha illustrato i particolari dell’operazione e ha spiegato come sia stato dato un particolare valore alle dichiarazioni delle persone offese: chi spontaneamente, chi chiamato dalla polizia giudiziaria, quasi tutti hanno confermato lo stato di soggiogamento a cui erano costretti. Una morsa che non permetteva più di poter continuare a lavorare tranquillamente. “Un’operazione importante – ha poi aggiunto Bombardieri – perché ci dà uno spaccato dell’usura nel mercato cosentino e parte dall’incrocio di dichiarazioni di persone offese e collaboratori che trovano perfetta coincidenza”. In particolare l’ordinanza prende in considerazione tre imprenditori, che operavano nel settore dell’edilizia e che sono state, nel tempo, vittime di prestiti a tassi notevolissimi e che hanno confermato la natura di questi prestiti. La “bacinella” era una sorta di garanzia da parte degli affiliati, per “tenersi buono l’imprenditore” al momento dell’erogazione del denaro e fargli sentire ancora di più il peso dell’intimidazione.

“L’usura era il bot della criminalità organizzata” ha poi commentato il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto che ha spiegato il parallelismo “proprio per evidenziare quanto vengano reimpiegati i profitti”. Luberto ha sottolineato come le dichiarazioni dei collaboratori siano state solo uno spunto ma che la vera forza sia stata la denuncia, una denuncia che, come ha precisato il procuratore, conviene, “anche dal punto di vista strettamente economica conviene, perché così le persone offese possono accedere ai fondi anti usura”. Non sempre è facile, ha sottolineato, perché prima di farlo si arriva alla disperazione”. Per quanto riguarda gli arresti, Luberto ha spiegato che “sono la fotografia e la dimostrazione della perfetta coesione tra i gruppi criminali cosentini”.

L’usura, come ha evidenziato il capitano dei Ros, Giovanni Migliavacca, era anche la leva che le cosche utilizzavano per indurre le vittime ad imporre assunzioni o commesse ad aziende riconducibili o comunque legate alle consorterie. Altro materiale utile per ulteriori riscontri, ha poi spiegato il colonnello Milco Verticchio del Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, è stato rinvenuto durante le perquisizioni, come assegni riferibili a Danilo Magurno e Luisiano Castiglia, che permetteranno di aggiungere ulteriori tasselli all’attività investigativa. Non solo usura, comunque, perché viene contestato anche un tentato omicidio a Mario Mandoliti che avrebbe sparato alcuni colpi di pistola nei confronti di un solarium, riconducibile al fratello del collaboratore Calabrese. A soli tre giorni dall’inizio del suo percorso, già arrivarono le intimidazioni.

E sul finire della conferenza stampa il procuratore Bombardieri ha fatto un appello alla società civile affinché a fianco di chi denuncia “perché – ha spiegato – non c’è cosa peggiore dell’isolamento dei denuncianti. L’imprenditore che denuncia ha un sogno, quello di rimanere a svolgere sua attività in Calabria. Vogliamo che tutte persone per bene siano accanto a chi ha deciso di denunciare. Siamo molto sensibili a questo e continueremo anche attraverso il rafforzamento della Procura, che dovrebbe essere imminente”. 

C.S.

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