Operazione Nuove Leve, dopo l’intimidazione a Vincenzo Perri: "Questo vi sta cercando che vi deve sfondare"

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Lamezia Terme - Ragazzi assoldati per compiere atti estorsivi e intimidatori: sono le “Nuove Leve” quelle della cosca Giampà che erano usate per posizionare ordigni, chiedere denaro ai commercianti a scopo estorsivo, insomma, erano la manovalanza dell’organizzazione criminale, che non si era posta un freno, nonostante i capi e gli affiliati fossero finiti in manette. Anzi, le estorsioni, servivano proprio a rimpinguare le casse della cosca in un momento di difficoltà.

L’11 gennaio del 2013, l’imprenditore Vincenzo Perri va al Commissariato di Polizia per denunciare un danneggiamento alla sua abitazione a Bella, avvenuto la notte prima. Qualcuno, aveva posizionato un ordigno davanti al cancello d’ingresso, che era esploso, provocando diversi danni. A compiere il gesto due persone, visibili nelle immagini delle videocamere di sorveglianza che, giunte a bordo di un’auto, dopo aver collocato l'ordigno esplosivo erano scappati. Ad essere accusati di quell’atto, oggi, sono Pasquale Mercuri, Andrea Mancuso e Vincenzo Vigliaturo: Mercuri, era intenzionato ad intimidire Perri perché restituisse a suo nonno Antonio Arcieri, la somma di 100mila euro, che era un vecchio prestito di sei anni prima. Vigliaturo, si sarebbe recato in motorino da un componente della famiglia Notarianni “Pilosci” per farsi consegnare l’ordigno, posizionato da lui e Andrea Mancuso, davanti all’abitazione di Perri.

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“[…] Dalle conversazioni intercettate emergeva che la bomba "la cosa!" (Bomba) veniva consegnata dai "Pilosci" a Mercuri Pasquale e Vigliaturo Vincenzo, dato questo confermato, durante le conversazioni registrate, da Mancuso e da Vigliaturo, i quali asserivano di aver nascosto insieme a Mercuri Pasquale la (bomba) "...la cosa…!" in un bosco e di non averla più ritrovata”. I particolari sono stati evidenziati, grazie anche ad una cimice nella auto di S.P. che “[…] raccontava ai suoi interlocutori che il Perri Vincenzo, per capire la provenienza dell'attentato si recava sia dai “Pilosci” che dai Gualtieri". I “Pilosci” a conferma di quanto sopra detto, gli avrebbero riferito i nomi delle persone alle quali veniva consegnato l'ordigno esplosivo, ovvero Mercuri Pasquale e Vigliaturo Vincenzo e per tale motivo era intenzionato a vendicarsi”. “Nel prosieguo della conversazione il Pulice, affermava che Mercuri Pasquale, aveva ammesso direttamente a Perri Vincenzo di essere stato l'autore dell'attentato”.

In una conversazione intercettata, si sente S. P. parlare con Andrea Mancuso che discutono di questo episodio.

“S.: ... dov'è Vigliaturo?

A.: A casa ... cosa è successo?

S.: Cosa avete combinato?

A.: Cosa abbiamo combinato?

S.: Non avete combinato niente!

A.: Niente.

S.: Sei sicuro?

A.: Sì.

S.: Cosa avete fatto a quello.... là

A.: A chi?... No adesso ti spiego tutto.

S.: No, questo vi sta cercando che vi deve sfondare.

A.: Perché?

S.: Perché? Perché gli avete fatto il danno ...

A.: Io non gli ho fatto un c***o.

S.: ...No, è uscito il nome tuo e di Vigliaturo.

A.: Non abbiamo fatto un c***o noi.

S.: Allora, adesso questo qua vi vuole parlare.

A.: Ah!

S.: Allora, io gli ho detto che davanti a me non vi deve toccare, che non si deve permettere che ci siamo cresciuti ... “vi ci faccio chiedere scusa ti faccio chiedere scusa” io gli ho detto “tutto quanto, ma non gli dovete alzare le mani, se gli volete alzare le mani a chi glieli ha mandati ... glieli do pure io due schiaffi” gli ho detto.

A.: Allora, adesso ti spiego tutto.

S.: Perché dice che ... perché M. lo ha mandato a chiamare a Vigliaturo?

A.: Ma pure: a mc ... a me è venuto con lo zio ... M.

S.: Sì lo so, dice che hai ricevuto due schiaffi pure.

A.: Eh, mi ha dato pure quattro schiaffi... ma non è vero un c***o.

S.: Ecco qua ... e allora chi è che è stato? Acchiappatelo e ...

A.: Non è vero ... allora, ora ti spiego com'è andata .... lo sai come c***o abbiamo fatto … ci hanno dato quella c***o di “cosa” .. l 'abbiamo messa nel bosco, siamo andati a prenderla e non c'era più... ci hanno preso questa c***o di “cosa” .. allora, dopo quando è successo "il coso”... per non fare la figura di m***a, ci siamo vantati che eravamo stati noi, però non siamo stati noi.

S. : E ora, e ora Pasquale gli ha detto ... gliel'ha detto in faccia che siete stati voi, o ragazzi.

A.: Ma Pasquale gli può dire quello che c***o vuole ...

S.: E a questo chi glielo toglie questo coso dalla testa adesso.

A.: Hai capito? ... Pasquale ci ...

S.: questo vi sta cercando che vi vuole sfondare ... io adesso adesso lo avevo chiamato per dirgli 'come ti permetti a dire il nome mio che sono stato io ... se mi succede qualcosa ti faccio volare la testa a te e ai figli tuoi’ gli ho detto a questo Cogepe della mi****a ...

A.: Pure lo zio mio me l’ha detto ... mi ha detto 'non ci andare assolutamente, venite c parliamo insieme' mi ha detto ... scendi, scendi ...

S.: No, digli di venire dentro la macchina.

E ancora, è S. P. che parla con Vincenzo Vigliaturo e chiedendogli chiarimenti sul fatto:

“S.: Eh, e gliel’ha detto in faccia e lui mi ha detto “lui siccome ha fatto il toro, che me l'ha detto in faccia ... ora si prende le conseguenze sue', queste sono ... (incomprensibile) ... 'però questi due ragazzi me li deve portare davanti che io li devo sfondare ... li devo prendere con un palo, con la vrasera' (braciere) dice ... figurati che mi ha detto ... gli ho detto 'no, davanti a me queste cose non te li faccio fare', gli ho detto ... la verità ... 'cosa picchi, picchi?' ... Gli ho detto 'io mi ci sono cresciuto e te li porto qua per farteli menare? ... lo non te li faccio menare' ... ah, mi ha detto lui ... allora può essere pure ... allora, mi ha detto ... allora, 'le mani non gliele alzo', dice che non te le alza, perché altrimenti gliele alzo io dopo a lui le mani... non vi alza le mani, però ci dovete parlare e lui vuole parlare con te, con lui, "u pacchiuni' ... ha nominato “u Pacchiunii”… non so perché a questo "pacchiuni" l'ha nominato.

V.: Che dice che ... "u pacchiuni”... dice che lui sapeva ... e non gli ha detto niente.

S.: Eh, dice che lui sapeva .... e non gli ha detto niente ...

V.: E invece quando ... (accavallamento voci) ...

S.: E dice dopo tutto .... eh, infatti adesso ... 'dopo tutto il materiale che gli ho prestato di legname, di attrezzature e tutte le cose ... non mi ha mai fatto un regalo, solamente per l'attrezzatura ... adesso dice che lo sa e non me lo vuole nemmeno dire' ... che dice che gliel'hanno giurato sulla famiglia ... tutte queste minchiate qua ... Pasquale gli ha detto 'no, sono stato io' ... perché non è che gli ha detto 'sono stato io' ...'la cosa viene da ... dai vecchi della montagna', gli ha detto ... e dice che quello gli ha sbattuto sulla spalla egli ha detto 'ah, allora se viene dai vecchi della montagna a posto Pasquà' ... siccome adesso si sono informati. .. i vecchi, il nonno e la nonna non sanno niente ... è stata tutta una cosa che è partita dalla testa sua ... o gliel’ha mandato la mamma, ma comunque la nonna e il nonno non ne sanno niente di queste cose che c'è andato Pasquale non lo sanno ... e ora in poche parole c'è il vostro nome di mezzo, ragazzi ... eh, adesso ... o acchiappiamo a questo Pasquale e vi fate dire come sono andati i discorsi ... perché Pasquale se non siete stati voi, deve venire là che gli deve dire: loro non c'entrano niente.

V.: Eh, allora ... a posto, a posto.

A.: No, perché altrimenti non ti credono, perché tu ... perché quello dice ... (accavallamento voci)...”.

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Nelle valutazioni del Gip firmatario dell’ordinanza, che ha si legge che: “[…] Si ritiene mene di poter contestare al Mancuso e al Vigliaturo anche il concorso con Mercuri Pasquale nel posizionamento dell'ordigno esplosivo presso l'abitazione del Perri e non la sola co-detenzione di cui in maniera evidente, peraltro, gli stessi si autoaccusano al cospetto del S.P., in una sorta di confessione stragiudiziale; il racconto relativo al 'furto' o comunque mancato ritrovamento dell'ordigno da loro stessi posizionato nel bosco, appare francamente risibile, anche perché non si comprende per quale motivo essi avrebbero poi dovuto vantarsi di un delitto non commesso, per poi non attribuirsela di fronte al P. che li ha sostanzialmente colti in fallo e che comunque se li stava portando sotto la sua 'ala protettrice' in vista di un futuro confronto con la persona offesa; essa giustificazione appare, dal punto di vista logico, più il maldestro tentativo dei due giovani inesperti criminali, di allontanare da sé eventuali ripercussioni, al cospetto del P., una volta resisi conto di aver toccato - verosimilmente - interessi più grossi di quel che essi stessi potevano immaginare. Nulla essi poi dicono in ordine al loro rapporto con il Mercuri, nell'ipotetica comunicazione a costui del mancato ritrovamento dell'ordigno nascosto; è ovvio che se tale circostanza fosse stata veritiera, la reazione del Mercuri non avrebbe certo tardato a farsi sentire e sicuramente avrebbe provocato la non realizzazione dell'evento delittuoso, vista la oggettiva difficoltà di procurarsi un nuovo ordigno, in tempi così rapidi; evento delittuoso che invece sappiamo essere effettivamente stato posto in essere”.

C.S.

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