Operazione Perseo: I rapporti dei Trovato con Giampà e la sparatoria contro i Cappello

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Lamezia Terme – Tra le 1084 pagine dell’ordinanza dell’Operazione Perseo si trovano anche i rapporti tra i fratelli Trovato e la cosca Giampà. A parlare di tali rapporti sono diversi collaboratori di giustizia ma qui di seguito si riporta la parte relativa alle confessioni di Saverio Cappello. Quest’ultimo, tra l’altro, fu vittima assieme al fratello di una sparatoria ai loro danni da parte dei Trovato così come riferisce sia lui che altri collaboratori. Ecco, di seguito, uno stralcio dell’ordinanza della Dda di Catanzaro.

Il Cappello Saverio approfondisce l'argomento relativo ai rapporti dei fratelli Trovato, e Trovato Franco in particolare, con la cosca Giampà nel verbale di interrogatorio del 19/1/2012. Al proposito dichiara quanto segue:[omississ] A partire dal 2008, quando gli Iannazzo si sono un po' ritirati, anche in concomitanza del fatto che i Giampà avevano iniziato a fare omicidi contro i Torcarsio, questo avvicinamento si è intensificato e si è concretizzato nel 2010, 5 o 6 mesi prima del mio arresto, quando io stesso ho partecipato a vari incontri tra Bruno Gagliardi e Giuseppe Giampà, alcuni dei quali si sono verificati nella carrozzeria di Trovato Franco o in un magazzino di Giuseppe Giampà, nel corso dei quali [omississ] si è messo a disposizione ed in particolare ha dichiarato di avere disponibilità di uomini e di armi per le eventuali esigenze dei Giampà stessi. La vicinanza di Bruno Gagliardi ha dato maggiore forza al gruppo Giampà, ...[omississ]…”.

Gli inquirenti, a margine di tale confessione, aggiungono a margine comenon si ritiene, inoltre, di poter trascurare in questa sede anche le dichiarazioni relative alla sparatoria commessa dai fratelli Trovato nei confronti di Cappello Saverio e dei suoi occasionali accompagnatori, in quanto dalle medesime — ai fini che qui ci interessano - si evince in maniera univoca la disponibilità di armi da parte dei Trovato (fatto su cui rendono dichiarazioni anche Torcasio Angelo. Battista Cosentino. oltre che Governa Giovanni)”.

In altro interrogatorio del 27 /01/2012 Saverio Cappello parla invece dell’episodio della sparatoria avveniuta ai suoi danni e quelli del fratello da parte dei Trovato.

“[omississ] A.D.R.: Per come mi chiedete, ho già riferito sui fratelli Trovato ma voglio aggiungere se possibile qualcos'altro sui rapporti tra me ed i predetti; questi rapporti iniziarono ad incrinarsi nell'anno 2008, allorquando ebbi una lite presso la discoteca il Capriccio. Poi si verificò un'altra lite tra Luciano Trovato e mio fratello Giuseppe con dei suoi amici che erano bravi ragazzi e tale lite finì per far fare loro a botte. Il giorno seguente mio fratello mi informò dell'accaduto ed io, tramite Giuseppe "Cutulicchio" mandai a chiamare Trovato Franco. Appena arrivò da loro, i Trovato aggredirono "Cutulicchiu" e questi, dopo averli fatti calmare disse loro che io e mio padre volevamo parlare con loro, i quali dissero, invece, che non avevano nulla da dirci.

Sentito ciò, io stesso sono sceso con una scusa presso la loro carrozzeria con una punto nera di un amico di mio fratello, insieme a Cutulicchiu e Domenico Chirico l'atterri" senza essere armati, transitammo dal cavalcavia per vedere se i fratelli TROVATO erano nella carrozzeria; appena abbiamo fatto inversione per tornare indietro, essi ci hanno tagliato la strada con due autovetture e Franco Trovato, uscito fuori dalla macchina in cui si trovava, con una 9 x 21 ha iniziato a sparare numerosi colpi d'arma da fuoco che hanno attinto la macchina in vari punti della carrozzeria ad altezza cofano, sportelli e paraurti; fortunatamente Cutulicchiu ha avuto la freddezza di abbassarsi ed accelerare riuscendo ad allontanarci da quel luogo; Giunti a casa mia ho constatato effettivamente che la macchina era crivellata di colpi e non riuscivo a crederci che i Trovato avevano potuto spararci. Dopo essere stato preso da una crisi di riso per mezz'ora, Domenico Chirico mi disse di andare a prendere il Kalashnikov per tornare da loro e “sbundarli”.

Io invece riuscì a mantenere la calma, anche perché mio padre ci indusse a non commettere sciocchezze altrimenti sarebbe successo un macello, dicendo di aspettare e vedere come fare per risolvere la situazione. Noi ci aspettavamo che Bonaddio Vincenzo e Giuseppe Giampà si facessero sentire o ci mandassero a chiamare per sapere cos'era successo, invece da parte loro ci fu il silenzio. Sono convinto che i Trovato sono giunti a far ciò perché erano sicuramente appoggiati da Giuseppe Giampà e Vincenzo Bonaddio, anche perché quest'ultimo ha interessi economici insieme ai fratelli Trovato. Ad ogni modo so che i Trovato erano terrorizzati temendo una nostra reazione, poiché ho saputo che per diversi giorni sono stati armati ed in guardia. Poi, dopo alcuni giorni chiamarono mio cugino Rosario Arcieri con l'intento di trovare una pace con noi; noi accettammo di incontrarli presso l'abitazione del predetto Rosario Arcieri, dove dapprima è giunto Gino e poi Franco, il quale era pallido, tanto che appena l'ho visto mi sono messo a ridere e comunque ci riappacificammo sinceramente [omissis]”.

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