Operazione "Quarta copia" su traffico di rifiuti a Lamezia, disposto il giudizio immediato per 10 persone

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Lamezia Terme - Un quadro di indizi ed elementi probatori talmente congruo e consistente da poter evitare l'udienza preliminare ed entrare già nella fase processuale con il giudizio immediato. È questo il percorso che si apre per dieci persone coinvolte nell'inchiesta "Quarta copia", realizzata dalla procura di Lamezia Terme e di Catanzaro e che lo scorso 6 dicembre ha portato a 20 misure cautelari, tra carcere, arresti domiciliari e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria con l'accusa a vario titolo dei reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale.

Lo scenario che è emerso dalle indagini descrive la città della Piana al centro di un pericoloso traffico di rifiuti pericolosi, interrati nelle discariche della cava Liperota, in località San Sidero e nella Cava Parisi. Per lo più rifiuti pericolosi, tanto è vero che nelle scorse settimane sia il Comune che la Provincia di Catanzaro hanno ordinato la bonifica dei luoghi ritenuti delle vere e proprie bombe ecologiche.

Quanto al procedimento giudiziario, le dieci persone per le quali il giudice dell’indagine preliminare Alfredo Ferraro ha disposto il giudizio immediato sono: Maurizio Antonio Bova, Angelo Romanello, Domenico Antonio Sacco, Assunta Villella, Giuseppe Parisi, Giuseppe Liparota, Gianfranco Liparota, Felice Antonio Liparota,  Pasquale Gabriele e Felice Gabriele. A loro, nell'udienza fissata per il prossimo 7 aprile, toccherà esporre le proprie tesi difensive - nel pool di avvocati rientrano fra gli altri gli avvocati Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Renzo Andricciola, Alessandro Parisi e Gregorio Viscomi - e dimostrare così la propria estraneità alle accuse mosse dai sostituti procuratori Elio Romano e Corrado Cubellotti.

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