Processo Chimera: confermate condanne in appello

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Catanzaro – Si chiude con la conferma delle condanne inflitte in primo grado il processo in Corte d’Appello a Catanzaro per i  34 imputati del processo Chimera. La sentenza di primo grado si era conclusa con la condanna di tutti gli imputati, eccetto tre assoluzioni (Torcasio Rita, Torcasio Angela, Rainieri Aurora), ed era stata pronunciata il 2 maggio di un anno fa dal giudice del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia. Il procuratore generale Carlo Modestino, aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado.

Scaturito dall’operazione “Chimera”, contro coloro che sono considerati capi e gregari della cosca lametina “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, si conclude così anche il secondo capitolo giudiziario. L’unica pena rideterminata è quella nei confronti di Giancarlo Chirumbolo, condannato in primo grado a sei anni, pena che si è innalzata a 7 anni e sei mesi.

CONFERMA

  • Nino Cerra, «il vecchio” e «Zu’ Nino”, 13 anni e 4 mesi
  • Teresina Cerra, 10 anni
  • Pasquale Cerra, alias “Ciancimino”, 9 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa
  • Luca Cerra, 6 anni e 5.000 euro di multa
  • Vincenzo Torcasio, 13 anni 
  • Alessandro Torcasio cl. 86, 7 anni e 8 mesi
  • Pasquale Torcasio, inteso “Carro” e “Cicciobello”, 7 anni e 8 mesi
  • Francesco Tropea, 7 anni e 8 mesi
  • Angelina Torcasio, 3 anni e 8 mesi e 12.000 euro di multa
  • Emilio Francesco Gualtieri, alias “cinque lire”, “U’ russu”, 8 anni e 6.000 euro di multa
  • Maria Gualtieri, 4 anni
  • Nicola Gualtieri, inteso “Bomboletta”cl.92, 12 anni e 8.000 euro di multa
  • Antonia Gualtieri, 3 anni e 8 mesi, 1200 euro di multa
  • Ottorino Rainieri, 10 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Gennaro Muraca, 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
  • Antonio Villella, inteso “Crozza”, 7 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Gullo, 8 anni e 6000 euro di multa
  • Pasquale Carnovale, 7 anni e 8 mesi
  • Paolo Paone, 7 anni e 4 mesi, 5.000 mila euro di multa
  • Antonio Paradiso, alias Zu’ Toto”, 7 anni e 4 mesi
  • Gaetano Larosa, 8 anni, 6.000 euro di multa
  • Nino Cerra, cl.91, 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
  • Angelo Francesco Paradiso inteso “Ciccio e Ciccuzzu”, 7 anni e 4 mesi
  • Pasquale Torcasio, cl. 69, 14 anni
  • Domenico Torcasio, inteso “u’ Mongolo”, Mico e Micariellu”, 8 anni e 8 mesi, 6000 euro di multa
  • Giovanni Torcasio, inteso “U’ Craparu”, “padre di Vincenzo”, 8 anni, 6.000 euro di multa
  • Federico Gualtieri, inteso “u’ Zuppariellu”, 8 anni, 6000 euro di multa
  • Antonio Gualtieri, 13 anni e 4 mesi
  • Francesco Gualtieri, 8 anni e 6.000 euro di multa
  • Cesare Gualtieri, 14 anni
  • Nicola Gualtieri, cl.45, inteso, “Zu’ Nicola”, “il vecchio padre di Gianni”, “u Craparu”, “U’ Zingaro”, 8 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Luciano Cimino, 4 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Alessandro Durante, 8 mesi

 

RIDETERMINA

  • Giancarlo Chirumbolo, 7 anni e 6 mesi (in primo grado 6 anni) - previo riconoscimento della continuazione con un’altra sentenza d’appello del 25 giugno 2014.

  

Alle parti civili sono stati riconosciuti i seguenti risarcimenti:

  • Comune di Lamezia Terme – 2mila euro per le spese di costituzione e difesa;
  • FAI (Federazione Antiracket Italiana) – 2mila euro per le spese di costituzione e difesa;
  • ALA (Associazione Antiracket di Lamezia Terme) – 2mila euro per le spese di costituzione e difesa.

 

A rappresentare l’Associazione Antiracket, l’avvocato Carlo Carere, per il comune di Lamezia, l’avvocato Caterina Restuccia. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati Cerra, Careri, Gambardella, Cerminara, Canzoniere, Larussa, Spinelli, Andricciola e Staiano.

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Traffico di armi, reati in materia di appalti pubblici, traffico di droga, estorsioni, dal 2010, sono i reati contestati alle persone arrestate nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal nucleo investigativo del comando provinciale guidato dal maggiore Carlo Caci e dal capitano Fabio Vincelli, ex comandante della compagnia carabinieri di Lamezia Terme, ora al Nucleo Investigativo. L'inchiesta giudiziaria ha smantellato la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, in due oeprazioni distinte portate a termine nell'arco di sei mesi: con Chimera 1 e Chimera 2 sono state arrestate più di 40 persone ritenute affiliate, o comunque vicine, alla consorteria di base a Capizzaglie. 

Un vero e proprio scacco alla cosca che, dopo la decapitazione dei Giampà con le operazioni Medusa e Perseo, aveva cercato di prendere piede e espandersi anche in altre zone prima non di loro “competenza”. Secondo il Gip firmatario dell’ordinanza, “dimostra una pericolosità sociale del sodalizio che, alla data del provvedimento, appare più che mai attivo nella commissione di gravissime e reiterate fattispecie delittuose di rilevante allarme sociale che hanno creato sul territorio lametino un diffuso stato di assoggettamento e succubanza psicologica, tale da indurre tutte le vittime a subire passivamente le vessazioni ed i soprusi”.

Con "Chimera", secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato ricostruito lo scenario criminale della cosca "Cerra - Torcasio", un tempo autonoma e poi alleata con quella dei Giampà, ed alla quale, in epoca successiva alla scissione, si è avvicinata la famiglia "Gualtieri" che fino al 1992 non era inserita nel contesto mafioso come famiglia autonoma o aggregata ad altre consorterie criminali lametine. A capo della cosca i due fratelli Nino e Teresina Cerra, ritenuti promotori, direttori e organizzatori, insieme a Vincenzo e Pasquale Torcasio, a Cesare e Antonio Gualtieri, che avrebbero tenuto le redini della consorteria.

Altri cinque imputati, Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo, hano scelto di essere giudicato con rito ordinario e il processo è in corso al Tribunale di Lamezia.

C.S.

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