Processo Perseo, Muraca: “Chiedo scusa a tutti quelli che ho fatto del male”- VIDEO

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Lamezia Terme - Riprende l’udienza nell’ambito del processo Perseo in corso a Lamezia con rito ordinario. Davanti al presidente del tribunale Carlo Fontanazza e, a latere, i giudici Monetti e Aragona, oggi è nuovamente la volta del controesame da parte degli avvocati, nei confronti di Umberto Egidio Muraca. A prendere per primo la parola è stato l’avvocato Aldo Ferraro e poi gli avvocati Andricciola e Di Renzo sulle truffe assicurative.

VIDEO  1 - EGIDIO MURACA


“La richiesta la facevo io"

L’avvocato Ferraro, tra le altre domande del controesame, ha chiesto conto di un’ estorsione per i lavori dei marciapiedi di Capizzaglie e Muraca ha affermato che “l’ho gestiva io, inizialmente per conto dei Torcasio. Mi sono accompagnato con altri soggetti in quel periodo come Cerra, Paradiso, Paola…Loro mi accompagnavano di volta in volta ma la richiesta la facevo io, a parlare c’ero io. In una prima occasione ci andai con Francesco ‘Carrà’”.

“I sinistri non erano come estorsioni o traffico droga, se c’erano si mangiava tutti”

L’avvocato Andricciola ha poi contestato a Muraca due verbali in cui aveva dichiarato diversamente, per quanto riguarda le truffe assicurative ed i Cid a Franco Trovato. Poi, su sinistri “personali” Muraca ha spiegato che “i sinistri non erano come le estorsioni o il traffico di droga, se c’erano si mangiava con tutte le parti coinvolte, io, il meccanico, il battilamiera…tutti”.

“Abbiamo chiesto estorsione perché sapevamo aveva bella casa, belle macchine e soldi c’erano”

L’avvocato Di Renzo ha poi chiesto a Muraca di spiegare come nasce l’estorsione a quello che veniva ribattezzato come “Pedro Fish”. “Sapevamo aveva aperto spaccio pesce surgelato a Capizzaglie e siamo andati a chiedere. Era genero di Africano e sapevano che aveva una bella casa, belle macchine e soldi c’erano”. L’avvocato ha poi chiesto di ricostruire primo atto estorsivo. “Una sera - ha ricordato Muraca - mentre c’erano anche gli operai abbiamo sparato cinque colpi con 157 magnum al capannone. Sappiamo che si è rivolto poi a Vincenzo Torcasio ma non si è mai conclusa perché ci sono stati i fatti di sangue: da lì a poco hanno ucciso sia Vincenzo che Francesco ed i Torcasio hanno abbandonato l’idea”. Muraca ha confermato che il titolare della ditta “era amico di Franco Trovato e ci mandò a dire che voleva mettersi apposto e ci avrebbe fatto regalo”. Di Renzo ha chiesto quale cifra poteva essere considerata soddisfacente come “regalo”. “Regalo … - ha detto Muraca - mica volevo regalata bomboniera!…Certo con un chilo di pesce congelato non saremmo stati contenti! La richiesta non l’abbiamo fatta personalmente, ma tramite Trovato gli avevamo detto che inizialmente doveva dare 3.000/4.000 euro e poi avremmo detto quanto avrebbe dovuto dare ogni mese. Franco era al corrente degli atti”. Subito dopo si è acceso un dibattito su contraddizione, a parere del legale, del collaboratore di giustizia sul monitoraggio dell’abitazione dell’imprenditore “Monitorato avvocato… mica abbiamo preso una telecamera! Sapevamo che avevano i soldi, che suocero aveva appartamenti di fianco alla N…. ma non avevamo mai visto questa casa prima che Trovato ce la indicasse”.

Alla fine, prima di staccare il collegamento, Umberto Egidio Muraca ha chiesto al presidente Carlo Fontanazza di poter chiudere prendendo un minuto la parola. “Volevo solo chiedere scusa a tutte le persone a cui ho fatto del male e, soprattutto, alla famiglia di Francesco Torcasio anche perché non ho mai avuto occasione prima di adesso".

La seduta è stata sospesa per far sì che si potesse accomodare in postazione la moglie del boss Giuseppe Giampa, Franca Teresa Meliadò.

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