Processo "Reventinum", concluse le discussioni degli avvocati: a giugno la sentenza

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Lamezia Terme – Concluse le discussioni degli avvocati nell’ambito del processo "Reventinum". Nell’ultima udienza, prima della sentenza, fissata per il 18 giugno, hanno discusso l’avvocato Piero Chiodo in riferimento all’omicidio dell’avvocato Pagliuso per quanto riguarda gli imputati Pino e Luciano Scalise. L’avvocato Antonio Larussa, per la posizione di Angelo Rotella, ha evidenziato nel corso della discussione “l’insussistenza della prova di partecipazione in quanto nessun collaboratore lo menzionava come soggetto sodale, e neanche lo stesso Domenico Mezzatesta ne sapeva indicare la mafiosità”. Il processo è stato infine rinviato al 18 giugno per le repliche del Pm e la lettura della sentenza.

Si avvia così alla fase conclusiva il processo "Reventinum” che vede imputati dieci persone, fra cui Pino Scalise ritenuto, insieme a Luciano Scalise, il mandante dell’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso avvenuto il 9 agosto del 2016 nel cortile della sua abitazione, a Lamezia. Alle scorse udienze il pubblico ministero Andrea Buzzelli aveva chiesto la condanna a trent’anni di reclusione per Pino Scalise e Luciano Scalise, nonché la condanna di tutti gli altri imputati a pene variabili dai due anni ai 14 anni e l'assoluzione per Antonio Pulitano. 

Il processo è scaturito dall’operazione scattata il 10 gennaio dello scorso anno contro il cosiddetto "gruppo storico della montagna". Si tratta dell'unione di un primo filone partito dalla vicenda giudiziaria derivata dall’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso. Nell’operazione era stato coinvolto anche il presunto killer, Marco Gallo, che ha chiesto il rito ordinario. Il secondo stralcio è legato ad altre fattispecie di reato che vanno da alcuni casi di estorsione a tentate estorsioni che sarebbero state commesse ai danni di alcuni imprenditori che operano nelle zone montane del lametino.

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