Processo "Rinascita Scott", oggi a Roma l'udienza preliminare: poi si sposterà in aula bunker a Lamezia

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Roma - 456 richieste di rinvio a giudizio, 224 le parti offese individuate, dunque potenziali parti civili al processo, indagati "eccellenti". Sono i numeri dell'inchiesta "Rinascita Scott" contro le cosche del Vibonese condotta dalla Dda di Catanzaro diretta dal Procuratore Nicola Gratteri. L'operazione scattata il 19 dicembre dello scorso anno quando all'alba quasi 3mila carabinieri del Ros, con il supporto di unità del Gis, Squadroni Eliportati Cacciatori, Reggimento Paracadutisti, hanno eseguito 334 ordinanze (260 in carcere, 70 ai domiciliari, 4 divieti di dimora) con accuse che vanno dall'associazione mafiosa all'omicidio, dall'estorsione all'usura, dall'intestazione fittizia di beni al riciclaggio, più altri reati aggravati dalle modalità mafiose. Circa 438 i reati contestati agli indagati, che oggi affronteranno l'udienza preliminare a Rebibbia in attesa che sia pronta l'aula bunker nella struttura della Fondazione Terina a Lamezia Terme, ritenuta la soluzione migliore per celebrare il processo. L'inchiesta ha inferto un duro colpo a tutte le 'ndrine del vibonese, prima fra tutte quella che fa capo ai Mancuso di Limbadi, nonché ai presunti legami delle cosche con imprenditori, massoneria deviata e politici.

Tra i nomi “eccellenti”, quello dell'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, accusato di concorso esterno dopo essere stato arrestato per associazione mafiosa (Pittelli si è visto respingere più volte la richiesta di scarcerazione, il processo a suo carico, col rito immediato, inizierà il 9 novembre al Tribunale di Vibo Valentia); l'ex sindaco di Pizzo ed ex presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo (scarcerato il 17 luglio scorso, è accusato di concorso esterno e abuso d'ufficio aggravato); l'ex vicepresidente della Regione Calabria Nicola Adamo (accusato di traffico d'influenza e per il quale il Gip, il 20 gennaio 2020, ha revocato il divieto di dimora); l'ex consigliere regionale Pietro Giamborino, accusato di associazione mafiosa (dal carcere è passato ai domiciliari il 27 gennaio 2020); il segretario regionale del Psi, Luigi Incarnato, accusato di corruzione elettorale (il Tribunale delle Libertà gli ha concesso i domiciliari il 2 gennaio 2020). Fra gli indagati (tornato in libertà il 18 luglio scorso) anche il colonnello Giorgio Naselli, ex comandante del Reparto operativo di Catanzaro e poi comandante provinciale dei carabinieri a Teramo, indagato per violazione del segreto d'ufficio.

Fra le parti offese, tra gli altri, i comuni di Vibo Valentia, Filandari, Limbadi, Maierato, Pizzo, la Provincia di Vibo e la Regione Calabria, ma anche la prefettura di Teramo e il ministero della Giustizia. Potenziali parti civili anche imprenditori vessati e minacciati dalle cosche. Dalla chiusura delle indagini preliminari, sono 23 gli indagati le cui posizioni sono state stralciate. Davanti al giudice per le udienze preliminari, questa mattina, a partire dalle 9:30, a Roma, si presenteranno 456 indagati nei confronti dei quali la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio.

La Regione Calabria, i Comuni di Vibo Valentia, Tropea, Ricadi, Zungri, Mileto, Filogaso, Filandari, Stefanaconi, Zungri, Pizzo, Limbadi, San Gregorio, Sant'Onofrio, la Provincia di Vibo Valentia, l'associazione antiracket di Vibo, la Banca di credito cooperativo, la Fondazione nazionale antiusura, l'assicurazione Allianz, Naon Insurance. E poi privati come Giuseppe Sergio Baroni, vittima di usura, e Vanya Danova Lekova, titolare di una sartoria e vittima di estorsione che dopo la denuncia vive in una località protetta con i figli. Sono, queste, alcune delle parti che hanno depositato la richiesta di costituzione di parte civile nel processo "Rinascita-Scott", la cui fase preliminare si sta svolgendo nell'aula bunker di Rebibbia. Un'udienza che si sta dimostrando lunga e faticosa. Gli avvocati hanno sollevato eccezioni riguardo al presunto mancato rispetto delle norme sul distanziamento sociale dettate dalla pandemia da Covid-19. Alcuni legali sono andati via lamentando questioni di incolumità in quanto affetti da problematiche sanitarie personali. Altri hanno chiesto la nullità del decreto di fissazione dell'udienza preliminare. Il gip Claudio Paris ha sospeso l'udienza per decidere riguardo a tali eccezioni. 

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