Rapine in abitazioni e furti in negozi in tutta la Calabria: arresti anche a Lamezia

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Cosenza - Alle prime luci dell’alba, a Cosenza, Corigliano-Rossano, Lamezia Terme, Spinea, Castrovillari, Catanzaro, Vibo Valentia e Napoli, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza, coadiuvati da quelli di Catanzaro, Napoli e Venezia, hanno dato esecuzione a 19 provvedimenti di custodia cautelare (di cui 11 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di dimora), emesse dall’Ufficio Gip presso il Tribunale di Cosenza – su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti persone indagate, a vario titolo, per i reati di “associazione per delinquere” finalizzata alla commissione di “furti” e “ricettazione”, nonché per “rapina in abitazione”, “resistenza a pubblico ufficiale”, “evasione”, “inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno”, “favoreggiamento personale” e “possesso di chiavi alterate o grimaldelli”.

L’operazione è stata denominata “Vulture” (Avvoltoi) ed è stata avviata nel mese di ottobre 2017 dai militari delle stazioni Carabinieri di Montalto Uffugo, Luzzi e Lattarico, con il coordinamento della Compagnia di Rende, a seguito di numerosi reati predatori perpetrati nella Valle del Crati e nelle zone industriali di Montalto Uffugo e Rende. Gli inquirenti hanno individuato i componenti di due gruppi criminali, in gran parte provenienti dai paesi dell’est Europa, dediti areati predatori e, in particolare, furti in attività commerciali e rapine in abitazione. Si tratta di rumeni, moldavi e italiani residenti a Cosenza e Corigliano-Rossano, a cui si addebita la responsabilità di 38 furti ai danni di bar, tabacchi, sale giochi e scommesse, distributori di carburanti, supermercati, cash & carry, concessionarie auto, aziende per la produzione di mezzi ed utensili da lavoro, per la produzione e distribuzione del caffè, per la distribuzione del gas, imprese edili delle province di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Taranto. I colpi sono stati messi a segno nei Comuni di Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Amantea, Paola, Villapiana, Mangone, Diamante, Lamezia Terme, Corigliano-Rossano, Bisignano, Cetraro, Palagiano, Cassano Ionio, Pizzo Calabro, Camigliatello Silano, per un danno complessivo stimato in circa 700.000 euro.

Grazie ad alcune foto scattate dagli autovelox, si è potuto risalire ad alcune auto utilizzate dalle bande. Imponente l'attività di intercettazione messa in atto dai Carabinieri, tanto che alcuni furti praticamente sono stati ascoltati in diretta. I criminali del primo gruppo hanno compiuto azioni violente minacciando le vittime con cacciaviti dopo essere riusciti a farsi aprire la porta di casa dicendo di essere carabinieri. In un caso era arrivato sul posto un amico del padrone di casa che ha tentato poi di scappare a bordo di un furgone ed è stato inseguito e più volte speronato. I componenti del secondo gruppo prendevano di mira bar, tabacchi, sale giochi e scommesse, distributori di carburanti, supermercati, cash & carry, concessionarie auto, aziende per la produzione di mezzi ed utensili da lavoro e per la produzione e distribuzione del caffè e per la distribuzione del gas ed imprese edili. Il denaro finiva soprattutto in Romania.

 Tutto era pianificato ed organizzato nei minimi particolari, dalla selezione degli esercizi commerciali da colpire, alla definizione degli automezzi, prevedendo anche il supporto di auto staffetta per la preliminare sorveglianza dei tragitti stradali percorsi. La ricettazione della refurtiva era poi affidata alle cosche criminali degli “zingari” di Cosenza. I malviventi utilizzavano un gergo preciso per parlare tra di loro come è emerso dalle numerose intercettazioni. Per esempio, venivano indicati con il termine “ragazze” coloro i quali commettevano i furti, mentre con l’espressione “andare in guerra” veniva indicata la vera e propria azione delittuosa all’interno degli esercizi commerciali. L'espressione “abiti puliti” stava ad indicare il cambio degli indumenti utilizzati per il furto, mentre termini più coloriti venivano utilizzati per indicare le autovetture che venivano incrociate, indicate come “puttane”, le forze di polizia, indicate come “ratti neri o neri” e le guardie giurate, definite “spose”.

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