Traffico di droga e armi tra Nord Italia e Sardegna, sgominata banda che aveva contatti con la ‘ndrangheta

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Nuoro - Smantellata una banda specializzata nel traffico di droga e armi tra il nord Italia e la Sardegna, oltre che in rapine ed estorsioni. Gli inquirenti hanno accertato che la banda progettava anche il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari. Sono in tutto 23 le persone arrestate dai carabinieri, di cui quattro ai 'domiciliari', nell'ambito della vasta operazione denominata “Tutti Innocenti”, con l'impiego di 300 militari. In totale sono 45 le persone coinvolte nelle indagini: per dieci di queste è stato disposto l'obbligo di dimora mentre gli altri sono stati denunciati a piede libero. L'organizzazione criminale aveva base a Orgosolo, nel Nuorese, con ramificazioni a Parma, Reggio Emilia, Modena, Lodi, Grosseto, Mantova e Padova. A capo della banda, secondo quanto accertato dagli inquirenti, Giovanni Antonio Mereu, 46 anni di Orgosolo ma residente a Traversetolo (Parma) che aveva anche stretto importanti e stabili legami con la criminalità calabrese. Francesco Riillo, originario di Isola Capo Rizzuto e Antonino Modafferi originario di Reggio Calabria, erano, quindi, i contatti calabresi di Mereu. Nel traffico delle armi risultano coinvolti anche un militare dell'Esercito e un impiegato del ministero della Difesa. Il sistema - sempre in base a quanto accertato dai carabinieri del comando provinciale di Nuoro - era incentrato sulla rottamazione delle armi del 15^ Ce.Ri.Mat. (Centro Rifornimenti e Manutenzione) dell'Esercito Italiano di stanza a Padova. Le armi, talvolta realizzate anche assemblando parti rubate al Cerimat, venivano spesso utilizzate come corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla ‘Ndrangheta calabrese e inviate in Sardegna. Diverse le partite di stupefacente sequestrate nel corso delle indagini da parte dei militari che sono riusciti ad accertare forniture di cocaina anche di 27 chili nell'arco di un mese.

La complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, iniziò nell'ottobre del 2007 dopo il sequestro a scopo di rapina dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce a Galtelli' (Nuoro) conclusosi con un bottino di 50.000 euro prelevati dalla filiale della Banca Intesa di Orosei di cui il il sequestrato era direttore. In quella circostanza venne posto sotto controllo tale Giuseppe Innocenti, gestore di un bar a Nuoro, perché in contatto con altro personaggio sospettato di essere coinvolto nel sequestro. In un secondo momento emersero "gravi indizi" sul coinvolgimento di Innocenti in traffici di droga e da qui iniziò un'ampia attività investigativa su diversi trafficanti di stupefacenti della Barbagia che si sviluppò in due filoni d'indagine: uno riguardante Graziano Mesina e del suo complice Gigino Milia, da tempo finiti dietro le sbarre, e l'altro riconducibile a Giovanni Antonio Mereu, culminato con gli arresti di oggi dopo diversi sequestri di droga e armi, tra cui anche fucili mitragliatori. L'organizzazione era dedita anche alle estorsioni tra cui quella sventata dai carabinieri della salma di Enzo Ferrari. Dalle indagini risultano diversi sopralluoghi nel cimitero di Modena e la definizione delle modalità di custodia della bara e della gestione dei contatti con i familiari. Tra gli arrestati, tre parenti di Mereu a Orgosolo e Pasquale Musina, 40 anni, anche lui originario del paese barbaricino, ritenuto personaggio di spicco dell'organizzazione i cui familiari hanno un'azienda nel Grossetano. In manette anche i referenti sardi di Mereu, Antonello e Graziano Lutzu, di 52 e 26 anni, entrambi di Mamoiada; Emanuele Cianciotto, 52 anni, di Fonni, e Antonio Francesco Pipere, 51 anni, di Orgosolo. In carcere sono finiti anche i contatti calabresi di Antonio Mereu, Francesco Riillo, 46 anni, e Antonino Modaferri, 37 anni, oltre al figlio dell'armaiolo Renato Bazzan, Willy di 29 anni.

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