Traffico di droga su rotta Sicilia-Calabria all'ombra della 'ndrangheta, arresti - NOMI E VIDEO

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Messina - Un traffico di droga all'ombra della 'ndrangheta sulla rotta Sicilia-Calabria è stato scoperto dai carabinieri a Messina. Erano dediti al traffico di cocaina e marijuana sull'asse Sicilia - Calabria i due gruppi criminali sgominati stamani dalla Polizia di Stato di Catania con 28 provvedimenti restrittivi nell'ambito di una operazione, denominata 'Blanco', coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Secondo quanto accertato, il primo gruppo trafficava in cocaina ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Giovanni Galermo. Il secondo era dedito al traffico di marijuana ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Berillo Nuovo.

Nomi

Nell'ambito dell'operazione 'Blanco' condotta dalla Polizia di Stato a Catania sono finiti in carcere: Carmelo Bellomia, di 39 anni, Salvatore Carlino, di 32, Michele Cosentino, di 71, Salvatore Curto, di 39, Maria Polsia Francesca D'Agostino, di 29, Francesco Falduto, di 49, Lorenzo Ferlito, di 54, Giuseppe Fontanarosa, di 25, Michele Fontanaarosa, di 65, Cristofaro Angelo Fuselli, di 65, Salvatore Gulluni, di 46.

Custodia cautelare in carcere anche per Maryna Kvak, di 41 anni, Mykola Kvak, di 24, Francesco Ieni, di 40, Andrea La Della, di 42, Francesco Minnici, di 34, Giovanni Minnici di 56, Alessandro Robortella di 29, Maurizio Salici di 37, Emanuele Sapia di 29, Lorenzo Michele Schillaci di 54, e Giuseppe Viola, di 36.

Agli arresti domiciliari è stato posto Domenico Schillaci, di 75 anni. Hanno l'obbligo di dimora nel Comune di residenza e di presentazione alla Polizia Giudiziaria Roberta Brizzi, di 26 anni, e Salvatore Simone, di 39.

Hanno obbligo di dimora nel Comune di residenza Andrea Brunetto, di 43 anni Salvatore Caruso, di 26, e Arbi Dridi, di 26.

Video

Le indagini

L’indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Messina è partita nel febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha parlato del coinvolgimento di uno dei principali indagati quale promotore di una strutturata associazione finalizzata al traffico dello stupefacente operante principalmente nella zona sud di Messina. Dall’inchiesta è emersa l’esistenza di un gruppo criminale che aveva, di fatto, quasi interamente monopolizzato l’approvvigionamento di cocaina a Messina, che poi veniva spacciata al dettaglio sia in città sia a Tortorici, dove le indagini hanno fatto emergere un’autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati originari della cittadina nebroidea. È emerso che il gruppo si approvvigionava dello stupefacente da un esponente di spicco della famiglia Nirta, ai vertici della 'ndrangheta calabrese.  Uno degli arrestati è figlio di Giuseppe Nirta, 82 anni, detenuto all’ergastolo per le vicende inerenti alla faida di San Luca, e fratello di Sebastiano Nirta e Francesco Nirta, entrambi detenuti all’ergastolo per la strage di Duisburg, avvenuta in Germania il 15 agosto 2007 in cui vennero uccisi 6 persone di origine calabrese, alcuni dei quali ritenuti esponenti della cosca rivale Pelle – Vottari. Il fornitore, a sua volta si avvaleva di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente “a domicilio” fino a Messina.

Per il trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina, al fine di non incappare nei controlli agli imbarcaderi dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano auto modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne nascondigli con doppi fondi dove nascondere la droga. Inoltre, è stato documentato come il fornitore calabrese avesse fornito all’associazione messinese telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all’attività illecita. Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il rinvenimento e sequestro – in una circostanza– di 3 chili di cocaina. Oltre a Messina, i vertici dell’associazione erano in grado di rifornire di stupefacente anche alcuni soggetti che operavano a Tortorici, con i quali avevano creato un canale privilegiato di fornitura. Proprio a Tortorici i carabinieri avevano ricevuto numerose segnalazioni dalla cittadinanza. In particolare, 4 giovani del posto avevano costituito un commercio di stupefacenti, tanto da effettuare quasi settimanalmente richieste di approvvigionamento a Messina. I carabinieri, nell’attesa di intervenire, hanno rafforzato il quadro indiziario nei confronti degli indagati ed in particolare nei confronti di una coppia di fratelli di Tortorici che aveva contatti con l’organizzazione di Messina. L’operazione condotta dai Carabinieri, scattata alle prime luci dell’alba, ha impegnato oltre 120 militari del Comando Provinciale di Messina, impiegati anche nelle provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia.

I principali membri del primo gruppo associazione sarebbero stati i catanesi Lorenzo Michele Schillaci e Michele Fontanarosa e il trafficante calabrese Giovanni Minnici. Questi ultimi, operando insieme agli altri membri del gruppo criminale sia a Catania che in Calabria (nella zona della Locride) ogni settimana sarebbero riusciti a far giungere a Catania e nell'Agrigentino ingenti forniture di cocaina avvalendosi di svariati corrieri. In merito a questo gruppo sono stati documentati in poco meno di sei mesi 21 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di cocaina e sono stati arrestati in flagranza di reato vari corrieri, ai quali sono stati sequestrati 21 kg di cocaina destinati al mercato catanese. La seconda organizzazione avrebbe avuto i suoi principali membri in Francesco Ieri, storicamente legato al clan mafioso Pillera - Puntina e nel trafficante calabrese Alessandro Robortella. Questi, operando congiuntamente agli altri membri del gruppo criminale, settimanalmente avrebbero fatto giungere a Catania ingenti forniture di marijuana che venivano poi rivendute a vari grossisti catanesi. Le indagini su tale seconda compagine criminale hanno co di documentare svariate consegne di ingenti quantitativi di marijuana provenienti dalla provincia di Reggio Calabria che si consumavano nel quartiere di San Berillo Nuovo. L'associazione inoltre si dotava di armi da sparo per presidiare il proprio traffico di stupefacenti da eventuali ingerenze da parte di gruppi rivali. La Polizia di Stato durante le indagini ha sequestrato 23 chili di marijuana e ha arrestato alcuni membri del gruppo criminale, tra cui lo stesso Ieri, sequestrando al contempo varie armi da fuoco, munizioni e silenziatore.

Il tentativo di omicidio

Hanno preso avvio da un ferimento a colpi di pistola e da un tentativo di omicidio le indagini sfociate stamane a Catania in 28 provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia di Stato, nell'ambito di una operazione, denominata 'Blanco', coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, nei confronti dei presunti componenti di due organizzazioni criminali dedite al traffico di cocaina e marijuana sull'asse Sicilia - Calabria. Secondo quanto accertato, il primo gruppo trafficava in cocaina ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Giovanni Galermo. Il secondo era dedito al traffico di marijuana ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Berillo Nuovo. La Squadra Mobile della Questura di Catania è stata coadiuvata da personale delle Squadre Mobili della Questure di Reggio Calabria, Salerno e Agrigento. Ventidue le persone finite in carcere. Una è stata posta agli arresti domiciliari, due hanno l'obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria e tre sottoposti alla misura cautelare dell'obbligo di dimora. Il provvedimento restrittivo è stato emesso al termine di indagini, coordinate dalla Dda e svolte dalla Squadra Mobile tra l'ottobre del 2018 e l'agosto del 2019, iniziate in seguito del ferimento a colpi d'arma da fuoco di Anthony Scalia, di 20 anni, avvenuto la sera del 30 settembre del 2018, e del tentativo di omicidio commesso la sera del 12 novembre del 2018 ai danni di Giuseppe La Placa, di 43 anni, ritenuto appartenente al clan mafioso Cappello - Bonaccorsi. All'indomani del ferimento Scalia fu arrestato perché trovato in possesso di 675 grammi di marijuana.

Armi nascoste in loculo cimitero a Catania

Durante le indagini in un loculo del cimitero di Catania gli agenti dalla Squadra Mobile hanno trovato un sacco utilizzato per il trasporto delle salme con dentro una pistola mitragliatrice con la matricola cancellata, una pistola semiautomatica calibro 7.65 anch'essa con la matricola cancellata, una pistola semiautomatica Colt Super 38 Automatic e munizioni di diverso calibro, anche da guerra. In un parcheggio di via Della Bainsizza gli agenti trovarono inoltre una pistola semiautomatica calibro 44 Magnum con la matricola cancellata e completa di caricatore con sei proiettili, un revolver Smith Wesson calibro 357 Magnum con sei proiettili ed un giubbotto antiproiettile.

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