Al via Trame9, Savatteri: "Parte da qui una Lamezia diversa"

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Lamezia Terme - È appena stata inaugurata la nona edizione di Trame, festival dei libri sulle mafie, promossa da Fondazione Trame e associazione Antiracket. La manifestazione si apre quest'anno all'insegna della frase incipitaria della poesia di Primo Levi ''Se questo è un uomo'', ovvero ''Voi che vivete sicuri''. Dalla stessa poesia sono state estrapolate diverse parole chiave, che creando un percorso semantico nella cornice del Chiostro San

Domenico guideranno gli spettatori alla riflessione. Una riflessione che nelle parole dello stesso direttore artistico Gaetano Savatteri si incastra in un contesto segnato dallo scioglimento del comune in cui il festival si svolge, aggiungendo un significato ulteriore ad ogni singola parola scritta o pronunciata. ''Da qui, da questi ragazzi - sottolinea indicando i giovani volontari - parte la proposta di una Lamezia diversa''. 

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Si dichiarano d'accordo Armando Caputo, presidente dell'associazione Antiracket, e anche il commissario Alecci che assicura ''sostegno assoluto dell'ente civico alla manifestazione'' con ''la speranza che Lamezia si riprenda come quarta città della Calabria il posto che le spetta.'' Concentrato sui giovani anche l'intervento del presidente dell'associazione Gutenberg Armando Vitale, che propone di ''fornire validi anticorpi ai nostri ragazzi contro l'imbarbarimento della società contemporanea''. Ciò sembra poter avvenire attraverso i libri, la scrittura, il giornalismo. 

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A questo tende il progetto ''Visioni civiche'' presentato dalle referenti Valentina De Grazia e Rosy Battaglia e dagli stessi giovani partecipanti che hanno seguito durante l'anno un percorso formativo di giornalismo civico. Il percorso ha portato alla realizzazione di cinque filmati che scandiranno il finale delle cinque serate di Trame, portando all'attenzione del pubblico temi significativi della realtà regionale a partire stasera da quello dello spopolamento dei piccoli centri. 

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Un invito dunque ad uscire dal clima generalizzato di rassegnazione e di silenzio cui fa riferimento il Procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio. ''Di questo atteggiamento asettico, del disinteresse che genera disimpegno, si nutrono le mafie. Con un processo di astrazione mentale vediamo lo Stato come un soggetto terzo, che diventa un alibi al nostro disinteresse. Invece tutto ciò che ci accade intorno ci deve interessare. L'indignazione deve tradursi in un atto di denuncia costruttiva.'' Un legame profondo e inedito dunque fra l'opera di Primo Levi e il Festival Trame, all'insegna dell'indignazione, della memoria, del risveglio delle coscienze alla giustizia. Una giustizia che si chiede anche negli striscioni appesi in piazzetta San Domenico, che chiedono la riapertura del caso giudiziario dei due netturbini Tramonte e Crstiano uccisi dalla 'ndrangheta nell'esercizio del loro lavoro, il cui sacrificio resta impunito.

Giulia De Sensi 

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