Calabria: Consegnato Premio Tesi Laurea dedicato a Francesco Tramonte

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Catanzaro – La Sala Concerti del Comune di Catanzaro a Palazzo De Nobili è stata la cornice per la cerimonia di consegna, indetta da Libera, del Premio Tesi di Laurea dedicato a Francesco Tramonte e riservato agli studenti calabresi che abbiano redatto una tesi di laurea sul tema della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata.

Francesco Tramonte, netturbino lametino , fu ammazzato barbaramente insieme all’amico e collega Pasquale Cristiano, durante il loro turno di lavoro, nell’ormai lontano 24 maggio del 1991. Ed è stata la memoria il tema e filo conduttore di tutta la serata. La portavoce di Libera Catanzaro, la professoressa Donatella Monteverdi, ha messo in evidenza la necessità di fare memoria ricordando però che “la lotta alla mafia non deve essere un agglomerato di parole scevre del significato originale”. Il salto di qualità non sta solo nell’ ottenere cambiamenti interni al sistema mafioso ma soprattutto nell’ottenere cambiamenti sul piano della coscienza e della cultura. Concorde il Prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, quando dice: “la lotta alla mafia non dev’essere una lotta parlata; ne abbiamo le tasche piene dell’antimafia dei professionisti. C’è, purtroppo, una mafiosità che prescinde dall’organizzazione mafiosa”.

A vincere il premio di mille euro è stato il lavoro della dottoressa Michela Mancini per la sua tesi “Cose di famiglia: figli ostaggi della 'ndrangheta”. In sala ha spiegato che “per combattere la mafia non dobbiamo pensarla lontana da noi, ma come qualcosa che in qualche modo ci appartiene. I ragazzi appartenenti a famiglie mafiose sono come noi, sono ragazzi normali”. Un invito, quindi, quello di Michela ad usare la via della rieducazione, non della repressione, perché la strada giusta è quella del cambiamento culturale. La commissione ha poi voluto riconoscere una menzione speciale per la tesi di Licenza in Teologia Morale e Sociale, "Identità ed ethos calabrese. Un nuovo punto di partenza per il riscatto spirituale, economico e sociale della nostra terra", presentata da Anna Vetere. Dopo la cerimonia di consegna del premio, alla quale hanno partecipato anche la figlia di Francesco Tramonte, Maria, e il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, insieme a Rocco Mangiardi, l’imprenditore lametino che denunciò i suoi estorsori e che da sempre è schierato nella lotta alla ‘ndrangheta, il finale è stato incentrato su una perfomance di Dario Natale, attore e regista lametino, nonché direttore artistico di Scenari Visibili. Nel 2006 allestì lo spettacolo “Fumiere” nel quale, in scena con Gianluca Vetromilo, si raccontava la triste storia dei due netturbini lametini uccisi nel 1991 e che voleva, appunto, rimarcare e far conoscere la loro vicenda: “Volevamo far sapere a tutti cosa era successo, creare una coscienza critica. Da lì in poi – spiega Natale - siamo riusciti a dare una scossa e a suscitare grande interesse alla stampa, ricevendo gratitudine e grande riconoscenza dai familiari delle vittime col quale si è poi creato uno straordinario rapporto. Fino ad allora regnava il silenzio”.

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