Calabria: Presentato a Miglierina il volume “Miglierina nel ricordo degli anziani”

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Miglierina - Si è svolta, nella palestra comunale di Miglierina, la presentazione del libro Miglierina, nel ricordo degli anziani, opera prima di Pompeo Torchia che nel suo volume passa in rassegna paesaggi e personaggi, momenti di vita e vicende reali, scene di una quotidianità vissuta e mescolata con genuinità, valori e tradizioni della propria terra. Il libro è, infatti, una testimonianza damore e di attaccamento al proprio luogo di origine, raccontato attraverso i ricordi dell'infanzia e giovanili di tanti anziani del luogo, le cui testimonianze sono state raccolte nel corso degli anni.

Per loccasione, la palestra comunale ha rievocato le tradizioni, le storie di Miglierina, anche attraverso lallestimento di un piccolo spazio rappresentativo dellambiente contadino.

Presenti alla serata, moderata dal giornalista Antonello Torchia, il sindaco di Miglierina, Pietro Hiram Guzzi, il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, lex presidente dellAsiCat, Luigi Muraca.

Credo che per una comunità sia fondamentale ha detto il sindaco - il recupero della propria memoria storica ed il lavoro dellamico Pompeo Torchia rappresenta unottima fonte per rinsaldare i legami con la nostra storia. Il commissario straordinario della Provincia, Wanda Ferro, ha voluto ribadire invece quanto sia necessario, per la Calabria, ricostruire la propria identità puntando sulla cultura, sulle tradizioni e sulla bellezza di centri storici come quello di Miglierina come volano di sviluppo. Luigi Muraca, ex Presidente dellAsiCat, ha rintracciato nel volume elementi e storie molto vicine alla sua infanzia e ai ricordi legati agli affetti più cari dei suoi nonni, sottolineando anche la necessità di politiche adeguate a tutelare la nostra storia e la nostra cultura. A chiudere la serata è stato lautore che ha scelto una frase di Cesare Pavese: Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

Nelle conclusioni del libro, poi, c’è spazio anche per un auspicio per il futuro del piccolo borgo dellentroterra catanzarese.Queste sono le nostre radici, a tutti noi il compito di trapiantarle nel terreno della nostra modernità perché, la certezza di un grande passato dia a tutti noi la consapevolezza e il giusto ardire per scrivere nuovi capitoli, con sentimenti e passioni degni di essere raccontati dalle future generazioni.

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