Consegnato il pallio ad Arcivescovo Francesco Nolè

francesco-Nole-arcivescovo-cosenza.jpgCosenza - Il Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Adriano Bernardini, ha presieduto il rito per l'imposizione del Pallio all'Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolè. Il nuovo rito è stato voluto da papa Francesco che lo scorso 29 giugno ha consegnato agli Arcivescovi metropoliti il Pallio in vista del rito da tenersi nelle rispettive Cattedrali. Monsignor Nolè ha poi celebrato la messa. Durante l'omelia ha ringraziato il Nunzio apostolico, Mons. Nunnari e mons. Bonanno, e i Vicari generali delle diocesi di Rossano e Cassano, e il Protosingello dell'Eparchia di Lungro.

"La parola di Dio di oggi - ha detto mons. Nolè - inizia con un brano del Deuteronomio, che riporta la professione di fede di Mosè, dei sacerdoti e del popolo riunito in assemblea, riconoscendo il primato di Dio nella liberazione dall'Egitto e nella consegna della terra promessa. Il Vangelo ci racconta le tentazioni drammatiche e insidiose che il diavolo presenta a Gesù, proprio contro la fede, proponendo egli stesso, sotto forma di sfida, soluzioni accomodanti e di facile soluzione umana, per distoglierlo dall'umiltà, dalla preghiera e dalla penitenza. Ed ora una parola sul pallio che mi è stato appena imposto da sua eccellenza il Nunzio, esso ha in se molteplici significati che accrescono la mia responsabilità ed il mio servizio pastorale in questa comunità cosentina-bisignanese. Anzitutto mi invita ad essere sempre più il buon Pastore che si prende cura di tutte le sue pecorelle, soprattutto delle deboli e di quelle smarrite, in particolare in questo Anno Santo della misericordia, che ha come simbolo proprio Gesù, buon Pastore, con la pecorella sulle spalle (il Pallio confezionato con la lana degli agnellini)". "Le sei croci - ha concluso - e i tre spilloni che si vedono presenti sul Pallio, indicano le piaghe del Signore e i chiodi della crocifissione, per invitarmi ad essere fedele testimone della passione di Cristo, fino a dare la vita, se necessario, senza debolezze e tradimenti".

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