Il Covid ferma per il secondo anno consecutivo la tradizione secolare dei "Vattienti" a Nocera Terinese

Vattienti_2018_2_d3efb_42da7.jpg

Catanzaro - Non ci sarà neppure in questo 2021 alcun rito della Settimana santa praticamente in nessun paese della Calabria. Così come successe ad aprile del 2020, anche stavolta la pandemia frena alcuni dei momenti più attesi e partecipati dell'intero anno, quelli che ricordano la passione e la morte di Cristo. Fra fede e tradizione popolare sono centinaia le processioni e le iniziative che si svolgono nelle grandi città come nei piccoli centri. Di particolare fama godono i 'vattienti' di Nocera Terinese, sul Tirreno catanzarese. In questo piccolo centro la flagellazione dei fedeli durante la processione del venerdì santo e al mattino del sabato si perde agli inizi del 900. Si tratta di una suggestiva e cruenta volontà di devozione con cui i fedeli (solo uomini) si percuotono cosce e gambe scoperte con frammenti di vetro infilati nel sughero, fino a provocare abbondante fuoriuscita di sangue. Una tradizione che è continuata persino durante il periodo delle guerre ma che ora un virus invisibile ha fatto fermare per il secondo anno consecutivo, allo scopo di impedire il dilagare del contagio.

Anche nelle diocesi calabresi, alle prese con la zona rossa, abolite tutte le funzioni: dalla messa crismale del mercoledì alla lavanda dei piedi del giovedì santo, dalle processioni del venerdì (molto sentita la 'Naca' di Catanzaro) alla messa della mezzanotte che in virtù del lockdown notturno potrebbe essere celebrata entro le 20 del sabato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA