Lamezia, il maestro di mimo Michele Monetta incontra studenti dell’Ite De Fazio

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Lamezia Terme – Attore e regista ma anche insegnante di mimo corporeo è il maestro Michele Monetta invitato nella sala Morabito dell'ITE De Fazio. Monetta che ha diverse esperienze di spettacoli di recitazione teatrale nel suo curriculum nonché tante collaborazioni con altri esperti artisti e registi, ha incontrato in uno Stage di mimo e maschera i giovani impegnati nel ‘Teatro Ragazzi’, già ‘messisi sul palco’ a maggio, nel tradizionale Gran Galà delle Scuole 2018. L’evento di oggi corredato da appropriati video inerenti la storia della commedia dell’arte con i suoi più celebri personaggi fra cui Charlie Chaplin e Buster Keaton e le loro interpretazioni clownistiche.

Ad ogni raffinatezza artistica - ha illustrato Monetta - che sia drammatica o altro, l’arte vuole collegarvi un colore, “i colori dell’arte”, si tratta del giallo, del “cerimoniale” rosa e il nero “rappresentate il mistico e l’infinito”. Il direttore artistico di teatroP, Pierpaolo Bonaccurso ha dato risalto alla “funzione pedagogica” portata avanti dal ‘teatro ragazzi’ e ha presentato il maestro Monetta elencandone la carriera artistica, “comprendente anche alcuni progetti a livello internazionale”.

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Il maestro che si occupa della formazione di attori, “partendo dal fattore, fisico-plastico”, ha delucidato sulla “funzione atletica dell’attore”, citando una massima: «L’attore è un atleta del cuore» significante che un attore diventa ‘atleta’ con l’agire, perché l’agire è lo scopo del corpo pensante di un attore, poiché in questo momento l’uomo effettua e concretizza l’azione del movimento”. Allo stesso modo fa un artigiano che intreccia pian piano, “i suoi tessuti regalando un’azione, un tessuto - ha spiegato - è formato da tanti segni e gesti che insieme coniugati, realizzano una pagina di un racconto”. La relazione di Monetta, “che commenta quanto sia difficile fare teatro”, prosegue con un dettagliato excursus su alcune figure dell’arte. Il primo è uno strano e “crudele” personaggio mascherato chiamato phersu, da cui deriva l'italiano ‘persona’. “La commedia dell’arte raffigura Phersu come un crudele sacerdote/gioco nel quale a fondersi erano realtà e oltretomba, ma la sua crudeltà voleva significare l’essere rigorosi”. Gli altri personaggi “fondamentali” dell’arte che Monetta illustra sono Arlecchino e Pulcinella. Arlecchino “si muove come un gatto e ha origini diaboliche derivanti da un incontro che il sommo poeta Dante fa durante un viaggio nell’Inferno della sua Divina Commedia, quando incontra i diavoli ‘Alichino’ e ‘Barbariccia’. Arlecchino - ha arricchito Monetta -  nasce a Bergamo bassa ma presenta anche delle origini germaniche in quanto la radice del suo nome è Hölle König”. “Il nome di Pulcinella, avente origini napoletane e che cammina come una gallina e non come un gallo, deriva da ‘piccolo pulcino’ ed è per questo che si muove come una gallina, chioccia che ha generato l’uovo dal quale è nato. L’uovo è anche un simbolo cosmico da dove tutto è nato”.    

Anche la dirigente scolastica Simona Blandino, rivolgendosi ai ragazzi ha posto sotto buona luce l’evento teatrale con Monetta: “Comunicare con il corpo è fondamentale  perché sviluppa in noi la capacità di comunicare con gli altri, un’esperienza - ha concluso - di arricchimento e crescita, in quanto potrà essere portatrice sana di contatti con la vita reale, oltre che di aiuto nella completa realizzazione dei vostri personali obiettivi”.          

Francesco Ielà

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