Lamezia, “L’indifferenza è già orrore”: gli alunni dell’istituto Don Milani commemorano la Shoah

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Lamezia Terme - “L’indifferenza è già orrore”. È questo il tema affrontato dagli alunni delle classi quinte della Scuola Primaria dell’istituto Don Milani di Lamezia Terme, guidati dallo staff delle docenti di classe, in un periodo dell’anno in cui ricorrono la Giornata della Memoria per le vittime della Shoah e la giornata del ricordo per le vittime delle Foibe. Non una ricorrenza civile da circoscrivere e, poi, rimuovere, ma frutto di un percorso formativo permanente, svolto durante il quinquennio, che risponde alla urgenza di una “educazione alla cittadinanza” che non sia solo un’occasione datata. “L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’educazione non è l’ignoranza, ma l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è la bruttezza, ma l’indifferenza. L’opposto della giustizia non è l’ingiustizia, ma l’indifferenza. Fare memoria combatte l’indifferenza”. Questa la linea di svolgimento di un pomeriggio che ha visto i ragazzi consapevoli protagonisti della performance interpretativa che ha colpito i cuori di tutti i presenti e dei numerosi genitori, educatori e educandi dei loro stessi figli. La rappresentazione si è mossa sulla denuncia del dramma della “tempesta devastante” della Shoah, sulla tragedia delle Foibe, fino all’attualità triste del nostro tempo in cui campi di “concentrazione del male” e dell’annullamento della dignità umana si palesano davanti ai nostri occhi, nell’indifferenza diffusa che testimonia quanto poco abbiamo appreso dalla storia.

Pur tornando il mantra “bisogna custodire e tenere viva la memoria, conoscere la storia per non ripetere gli stessi errori”. Un monito da parte dei più piccoli di cui far tesoro, per non abbassare mai la guardia, perché quel che è successo, non solo può ripetersi, ma è già storia nei campi in Libia, nell’infanzia negata dei bambini siriani, sui barconi carichi di sofferenza e speranza nel Mar Mediterraneo, lager galleggianti. “Non posso dimenticare il pianto di bambini migranti” è il canto triste di Benedetta, come quello dei suoi compagni Maya, Giulia, Alessio, Arianna, Daria, Giovanni Leonardo, Lorenzo, Valentino, Mattia, Giorgia, Lorenzo, Alice, Giuseppe, Giovannino, Miriam, Francesca, Sara; sono tanti e tutti insieme cantano con Jovanotti. “Mi ricordo lo stomaco a pezzi e i capelli salati, le grida feroci, le spinte, gli sguardi terrorizzati. Mi ricordo il deserto di notte, l’assurdo spettacolo di un cielo muto e qualcuno che è stato fratello strappato alla vita. E neanche un saluto”. Tra i ragazzi due fratellini di etnia Rom impegnatissimi nella parte; tra il pubblico i genitori che ogni giorno, a piedi, li accompagnano a piedi da Scordovillo a S.Teodoro, per far vivere loro un’avventura educativa che spezzi i pregiudizi, accolga il diverso e attui un’integrazione non di parole, ma con i fatti.

A introdurre l’evento Giulia Costanzo –collaboratrice del DS   Prof. Francesco Vinci, la quale ha evidenziato il percorso presentato dai ragazzi, frutto di un costante percorso di cittadinanza - e Michela Cimmino che ad apertura ha raccontato del suo viaggio a Auschwitz e Birkenau, più volte organizzato sul Treno della Memoria, in quella che era una fase storica e politica ben diversa da oggi, non solo nella nostra città ma nel Paese. A conclusione dell’iniziativa i ragazzi di quinta hanno consegnato il testimone della Memoria agli alunni di quarta, davanti ai simboli della cultura ebraica, la menorah, lo zizzit, lasciati alla scuola dalla deportata Elisa Springer in occasione della sua visita nel 2004.  Un messaggio di continuità, con il passaggio del testimone ai più piccoli che lavoreranno per la pace nel mondo, con l’impegno e la responsabilità di cittadini informati.

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