Lamezia, la "non-scuola" del teatro di Martinelli per avvicinare i giovani alla cultura classica

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Lamezia Terme – La non-scuola, un metodo ‘incendiario’, innovativo del fare teatro è quello di Marco Martinelli con la sua opera ‘Aristofane a Scampia’. Il suo lavoro è stato presentato agli allievi dell’Istituto Classico F.Fiorentino. Gli studenti, prima seduti in cerchio e poi coinvolti in dei brevi giochi e performance teatrali proposte dall’artista hanno ascoltato con vivo interesse il percorso che ha visto la genesi dalla sua fatica letteraria trasposta dal libro in rappresentazione teatrale. Il drammaturgo di Reggio Emilia Marco Martinelli ritorna a Lamezia dopo che nel 2011 era stato invitato dall’allora assessore alla cultura Tano Grasso per ‘incendiare e motivare’ con il suo teatro la Città della piana come aveva già fatto “con successo” in Campania.  

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Il lavoro del drammaturgo nasce a Ravenna ed è fatto sugli adolescenti dove ad essere fondamentale è una loro partecipazione volontaria e non obbligata al teatro è da qui la sua idea di non-scuola. “Il mio teatro nasce 25 anni fa a Ravenna, si tratta di un teatro ‘incendiario’ e innovativo perché non ho mai fatto nessuna selezione per sceglierne gli attori e chiunque voglia farne parte può parteciparvi, perché il teatro si vive non si fa, tutto deve partire dalla motivazione e dalla passione”. “Dopo i successi  della non-scuola di teatro ottenuti con un istituto tecnico di Ravenna ho portato il mio metodo a Scampia.

Qui - ha proseguito - mi dissero che il mio progetto non poteva funzionare, «qui non abbiamo pazienza». Ma, senza scoraggiarmi sono riuscito a mettere insieme tre scuole fra centri sociali, Scampia e il Liceo Classico di Napoli, vincendo anche le reticenze delle ragazze del liceo napoletano le quali non volevano interagire con i ragazzi di Scampia. Siamo così riusciti a raccontare Scampia e la sua guerra di mafia appena era finita e prima di Saviano. Ed proprio qui che è ‘intervenuto Aristofane’ e un suo testo: La Pace”. “Il commediografo greco - ha appuntato il regista - in questa sua commedia racconta la pace dove invece c’era una Atene vessata dalla guerra, racconta insomma di pace dove c’era guerra”.

A introdurre Marco martinelli sono stati la dirigente dell’istituto Teresa Bevilacqua e i professori Isabella Gigliotti e Vittorio Ruberto che ha raccontato le sue impressioni positive emerse dalla lettura del libro, impressioni che “mi hanno coinvolto e spero coinvolgano allo stesso modo anche gli studenti”. “Inoltre - ha concluso Ruberto - l’idea di non-scuola intesa da Martinelli è vincente perché con questa si vuole avvicinare i ragazzi alla cultura classica rielaborando importanti opere ”.

Francesco Ielà

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