Lamezia, oltre 300 bambini per la terza edizione di “Come si giocava una volta” all’Ic Sant’Eufemia

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Lamezia Terme - Alla terza edizione dei giochi “Come si giocava una volta” hanno partecipato tutte le classi della Scuola primaria dell’Istituto comprensivo Sant’Eufemia. Oltre 300 bambini dalla prima alla quinta si sono avvicendati nei vari giochi, 15 in tutto, che erano stati dislocati nel perimetro esterno dell’Istituto. I giochi, a cura dell’organizzatore dell’evento Francesco Torchia, sono stati divisi in due gruppi: il primo dedicato ai bambini di prima e seconda consistente in sei giochi, il secondo dedicato alle terze quarte e quinte consistente in nove giochi. Per i più piccoli i giochi sono stati: girotondo, bussa l’orologio, gara dei sacchi, la pallina nel cucchiaino, mosca cieca, quattro cantoni. Per i più grandi, i giochi sono stati: corsa a tre gambe, campanaro, il copertone, ruba bandiera, palla avvelenata, corsa in groppa, salto della corda, tiro alla fune, palla al muro.

Ogni classe, in base al programma consegnato, si è posizionata nell’area dove provare il gioco. Ogni dieci minuti vi era il cambio del gioco, creando, anche se ordinato, un trasferimento continuo dei bambini per tutta l’area scolastica. Alle 12.15 ritornati nel campo di partenza c’è stata l’esibizione dei giocattoli costruiti dai bambini con la descrizione del manufatto, di chi ha collaborato e del materiale occorrente alla sua realizzazione. I giocattoli costruiti sono stati molteplici e curiosi, la fantasia dei bambini è infinita.

“Ho provato un po’ di nostalgia – ha detto Torchia - a vedere le fionde o un carroccio realizzato da bambini di quarte e di quinta. Poi tante girandole aeroplanini di carta e di cartone, barchette di carta, aquiloni, archi, telefoni con filo, flauti. A dire il vero un flauto costruito da una bambina di terza (con l’aiuto del padre) era bellissimo. Poi, tamburi, maracas, un campanaro di cartone, un subbuteo, molti hanno realizzato un cono con una pallina legata con dello spago in modo da farla cadere nel cono (oggi una forma moderna con molla si chiama dazzling toys), un bambino di terza ha portato una dama che sembrava uscita di fabbrica; la mamma ha collaborato alla realizzazione del manufatto. Altri bambini hanno esteso la costruzione dei giochi ai nonni ed a parenti. I bambini mi dicono che apprendere i giochi di una volta li fa divertire da matti”.

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