Lamezia, ombra e luce nel libro di Vincenzo Costabile "Un estinguersi di parole eruttanti" presentato al Tip Teatro

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Lamezia Terme - Chiude la rassegna poetica #orào #poichéhovisto, organizzata da Tip Teatro in collaborazione con il blog Manifest, la presentazione del libro “Un estinguersi di parole eruttanti”, opera prima del giovane autore lametino Vincenzo Costabile. Una raccolta di versi e prose poetiche composti in un arco di ben dieci anni, che il blogger e scrittore Domenico D’Agostino ha definito come “una boccata d’aria dopo un attacco di panico”. Ed effettivamente, nel corso di una presentazione totalmente fuori dagli schemi – secondo lo stile abituale di Tip e Manifest, da sempre promotori di scambio culturale e dialogo intergenerazionale fra persone che da pubblico diventano gruppo di pari – è emerso un concetto di poesia come mezzo di superamento della paura: paura dell’ignoto, dell’altro da noi, delle ombre che sono in ognuno e che vanno semplicemente rese consapevoli e gestite, non cancellate: perché “del resto – ci dice Costabile con una saggezza incredibile per i suoi anni – una figura senza ombre non avrebbe spessore”. 

Profondità e leggerezza si rincorrono così fra queste pagine scritte di getto, dove, per citare uno dei versi letti durante l’incontro dalla giornalista Valeria D’Agostino, “anche il Male ha i suoi fiori”.  L’autore, senza risparmio, ci butta dentro tutto quello che ha visto nella vita e tutto quello che è: amante dei viaggi, giovane impegnato nel sociale, amante di Rimbaud e Baudelaire, del Decadentismo e della Beat Generation, ma anche giocatore di scacchi e velista, che sa smuovere parole prese in prestito da ambiti diversi per creare metafore calzanti. Il ritmo, le immagini, il realismo magico e la spinta dell’ispirazione che aiuta ad affrontare ciò che ancora non si conosce, di sé e del mondo, fanno parte di una poetica che preme per portare i propri messaggi nelle strade e fra la gente, senza lasciare i versi, secondo le parole dell’autore, “rinchiusi in una torre d’avorio”.

Giulia De Sensi

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