Lamezia, presentato “Vittime e carnefici” il libro del missionario Padre Giulio Albanese

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Lamezia Terme – Si chiama “Vittime e carnefici – nel nome di Dio” il libro presentato al Seminario Vescovile della città, organizzato da Pax Christi, in presenza dell’autore Padre Giulio Albanese e con Don Giacomo Panizza. Missionario comboniano e giornalista, Padre Giulio Albanese parla di temi attuali e ‘complessi’ laddove per complessità s’intende l’interazione fra più fattori e si differenzia invece dalle cose ‘complicate’, delle quali spesso si interessano i media e gli organi della comunicazione e per le quali si intravede una più facile risoluzione.  Sono le guerre, le dittature, le persecuzioni e le migrazioni a fare da cornice nel libro edito Einaudi del missionario che da anni opera in Africa.  Là dove la religione è usata come strumento di odio e divisione nelle periferie del mondo. Contro la “globalizzazione dell'indifferenza”, queste  le parole di un sacerdote che racconta in presa diretta dai luoghi del conflitto. Dal titolo, sembra avere di fronte uno scenario medioevale, ma ci si accorge anche dell’incontro “a tu per tu – afferma Don Giacomo Panizza – con i corpi che si scontrano, si torturano. È un libro di facile lettura, in linea con la Bibbia, un libro che sta dalla parte delle ‘vittime’, e che riprende la storia di un Papa che sta dalla parte delle vittime”. Emergono subito le vittime di terrorismo, vittime di una religione che intende uccidere qualcuno in nome di Dio. “Si evince l’assurdità dei carnefici che dicono di dover uccidere nel nome di Dio – continua Don Giacomo Panizza – Invece Giulio Albanese ci ricorda che il Dio che ama la vita non manda qualcuno per uccidere, ma solo per amare”.

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Un libro per tutti i target d’età, in particolar modo riferito alla società contemporanea, distratta e pronta ad indignarsi solo dopo un attentato terroristico. Un racconto che intende far riflettere il mondo della comunicazione ma anche la comunità ecclesiale tutta. Non è un caso, infatti, come nella postfazione Giulio Albanese afferma: “Ma che razza di formazione cristiana abbiamo davanti alla nostra parrocchia?”. Un chiaro richiamo è rivolto quindi alla chiesa, ad un maggiore impegno e ad una sempre più equilibrata attenzione. “La chiesa deve esserci davvero – afferma Don Giacomo – ci sia non solo nelle raccolte fondi”. ‘Vittime e carnefici’ è una disamina delle attuali geografie delle persecuzioni religiose e si tira dietro anche la vita politica e culturale, i perseguitati della finanza, le banche che strozzano legalmente una moltitudine di persone. Un libro che mette in ballo, inoltre, la responsabilità della politica. “Il sentimento religioso è stato per parecchio tempo oggetto di manipolazioni, mistificazioni – spiega Padre Giulio Albanese – le religioni se vogliono essere tali devono essere per la pace. Quello che si sta verificando sul versante del Medio Oriente è ‘strumentalizzazione’ per fini eversivi, con interessi di parte dal dietro le quinte”.

L’obiettivo dell’autore è stato, dunque, quello di contrastare il pensiero debole. “In epoca post moderna la gente fa fatica a far girare i neuroni non solo della testa ma anche dell’anima – continua Padre Albanese richiamando con profondità l’uditorio – si va avanti per luoghi comuni e si semplifica la realtà”. Poi riprende ‘Le leggi fondamentali della stupidità umana’ libro di Carlo M. Cipolla e conclude “ci sono quattro categorie della società contemporanea: gli intelligenti, gli ingenui, gli stupidi, e i malavitosi. Tra questi i più pericolosi sono gli stupidi, perché sanno fare sistema, sanno fare massa critica, sanno andare d’accordo, sanno cogliere la linea di demarcazione tra ciò che è complesso e ciò che è complicato. Il tema delle persecuzioni ha a che fare con la ‘complessità’ e non se ne può più parlare in termini speculari, dobbiamo parlare di una globalizzazione dei diritti”.  

V.D.

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