Lamezia, procuratore Manzini presenta libro "Fai silenzio ca parrasti assai" al liceo ‘Galilei’

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Lamezia Terme - "...Fai silenzio ca parrasti assai…" è l’ingiuriosa frase che ha ispirato il titolo del libro di Marisa Manzini, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Cosenza nonché molto nota del territorio calabrese per il suo incessante impegno nella lotta contro i clan mafiosi. L’asserzione da più fronti condannata è stata rivolta in una videoconferenza allo stesso Pubblico Ministero durante una udienza, dal “boss di mafia imputato sottoposto a regime duro Pantaleone Mancuso”. Ancora di più, la frase vuole dare “un significativo valore alla forza della parola e della denuncia con le quali le mafie e i suoi componenti si sentono indifesi perdendo la loro arroganza”.

A discutere nell’auditorium del liceo ‘Galilei’, del suo ultimo libro sono stati l’autrice che ha dialogato con gli studenti, i quali alla fine dell’incontro le hanno posto diverse domande inerenti il suo libro e gli episodi, “vere storie di vita - ha detto la Manzini - di persone che hanno testimoniato o collaborato con la giustizia, storie di persone che erano diventate oggetti in mano di altre persone”, che ne hanno ispirato la stesura. La Manzini ha chiarito come fondamentale e dirompente sia la parola capace di far crollare la prepotenza di un boss potente come Mancuso: “La sua frase completa: ‘Fai silenzio, fai silenzio, fai silenzio ca parrasti assai, hai capito ca parrasti assai, fai silenzio ca parrasti assai’, oltre a determinare il mio personale sgomento suscitò anche quello dell’intera Aula di tribunale ma, ha mostrato come anche un potente esponente della malavita possa perdere il controllo se messo sotto pressione”. Nel suo dialogo con gli allievi del Liceo la Manzini tiene poi a fare una precisa distinzione fra ‘testimone’ e ‘collaboratore’ di giustizia, sono due figure diverse da non confondere: “Il testimone è la vittima, cioè chi vede e dichiara un episodio, anche nei suoi confronti, illecito e prepotente, il collaboratore è invece un ex-mafioso; ciò che li accomuna è la volontà di parlare”.

Ad accogliere la dottoressa Manzini la dirigente scolastica dell’Istituto Teresa Goffredo che ha sottolineato il grande valore di questi incontri culturali e formativi, “l’obiettivo di giornate come questa è di educare gli studenti di oggi affinché diventino ottimi cittadini domani”. Ad alimentare la giornata il commissario straordinario Francesco Alecci, anche lui ha evidenziato come il male bisogna combatterlo con la parola, “parola che è il fine del libro della Manzini come lo è la negatività del crimine. Il male - ha continuato - sotto ogni sua forma esiste ovunque e tutti noi siamo deputati a compiere il bene, a fare la cosa giusta e delle riflessioni; e ancora a prendere in mano la nostra vita - ha rimarcato -  senza condizionamento alcuno e acquisirla, per decidere fermamente con la giusta consapevolezza, da quale parte stare, in quanto questo libro è un invito alla riflessione”. Sulla Manzini è seguito poi il commento di Maria Gaetana Ventriglia vice Commissario in servizio al Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, Manzini che venne ricordata, viste le sue origini piemontesi, dall’ex procuratore del Tribunale lametino Giovanni Pileggi come: “La furia sabauda in quanto ha affrontato tutto senza mai tirarsi indietro". La Ventriglia - ha concluso - "oggi siamo qui per una scelta di legalità che tutti devono seguire per diventare cittadini liberi e consapevoli, e per farlo è sempre necessario combattere insieme contro il silenzio dall’omertà”. A ‘facilitare’ l’incontro è stato il presidente dell’associazione ConDivisa Lia Staropoli, che ha specificato come oggi: “Sia stata una giornata importante in quanto ha mosso l’attenzione di voi ragazzi”.

Francesco Ielà

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