Lamezia, Trame.6: “Un’impresa libera… costi quel che costi”, reading di Paolo Briguglia

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Lamezia Terme - La prima serata di Trame.6 si apre con il reading inedito di Paolo Briguglia “In scena. Un’impresa libera… costi quel che costi” sul tema duro delle assurde condizioni cui l’iniziativa privata è costretta a sottostare in un’economia dominata dalle mafie, dall’usura, dalla contraffazione, dalla concussione, dai dettami imposti dalle banche. I vari punti sono stati affrontati attraverso una serie di letture intervallate dalle note esplicative di Anna Lapini di Confcommercio. L’incipit è stato la lettera scritta al Giornale di Sicilia, che la pubblica il 10 giugno del 1997, indirizzata da Libero Grassi al suo estortore, il fantomatico geometra Ansalone dietro cui si celavano i due fratelli Antonio e Gaetano Vitabili. Grassi, titolare di una florida azienda, la Sigma, pagherà con la vita la sua ribellione, morendo per mano mafiosa il 29 agosto 1982. Sua moglie Pina, venuta a mancare solo la scorsa settimana, ha continuato a testa alta la sua battaglia.

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A seguire sono stati interpretati dalla voce di Briguglia due brani tratti da Gomorra di Roberto Saviano, in cui si ricorda come il 50% dei negozi solo a Napoli siano eterodiretti dalla Camorra e quanto sia dilagante il fenomeno della contraffazione delle merci. Poi un brano dal romanzo di Carlo Loforti “A Palermo, a Palermo” dove un giovane imprenditore è costretto a ipotecare due case per avere 50.000 dalla banca e aprire una piccola “sfincioneria” dove vendere la sua pizza palermitana alle cipolle. Ancora testimonianze sull’usura raccolte nel libro “Contrappunto in tempo di crisi” di Abbagnato e Cernigliaro, un brano di Tarben Gellullen sulla concussione e infine un’altra lettera, quella indirizzata alla moglie da Giorgio Ambrosoli, affidatario della liquidazione della banca di Michele Sindona, ucciso per non aver ceduto a pressioni malavitose il 25 febbraio del 1975. Dopo la brillante interpretazione di Briguglia, di fronte la facciata di Palazzo Nicotera è stato possibile ammirare l’installazione video realizzata da Nicoletta Grasso.

Giulia De Sensi

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