Lamezia: viaggio nelle bellezze artistiche delle chiese di Sambiase con l’Associazione Natale Proto

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Lamezia Terme - Sono stati quasi cento i partecipanti alla lectio magistralis tenuta dal professor Mario Panarello "Da Francesco Colelli a Eduardo Fiore nelle chiese di Sambiase” nell’ambito delle giornate organizzate dall’Associazione Culturale Natale Proto.

Tanti i temi affrontati e le curiosità emerse nel viaggio culturale di domenica scorsa nel ‘700 artistico lametino: la similitudine tra gli stucchi della chiesa del Carmine, affrescata interamente da Francesco Colelli, e quelli di Palazzo Statti; stucchi che potrebbero appartenere alla stessa mano, non ancora rivelatasi.

D’interesse è stato anche l’intervento dell’archeologo Antonio Vescio, il quale ha raccontato come nel 1892, durante l’esecuzione di alcuni lavori nel piazzale della Chiesa del Carmine, fu rinvenuta una struttura residenziale d’età romana, probabilmente facente parte d’una villa d’età imperiale (I – II sec c.C.), con un pavimento a mosaico a motivi geometrici neri su sfondo bianco.

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C’è stato anche un tuffo nel ‘600, epoca a cui risale la realizzazione dei misteri in cartapesta della piccola chiesa della confraternita dell’Immacolata di Sambiase; ciclo di sculture in cartapesta di rara bellezza secondo il Professor Mario Panarello.

Alla chiesa madre di Sambiase poi, una delle più raffinate della Città, interamente affrescata da Francesco Pallone, ha risuonato il settecentesco organo a canne, grazie al critico musicale Pasquale Scaramuzzino.

“Ci troviamo di fronte a strumenti di piccole dimensioni – ha dichiarato il musicista - ma di pregiato valore musicale con le tipiche caratteristiche timbriche e costruttive dell’organo italiano del ‘700 di scuola napoletana e pugliese. Ne sono d’esempio il sistema d’intonazione e le particolarità foniche quali uccelliera e cornamusa. Essi costituiscono un piccolo patrimonio storico ed artistico ed aspettano di avere quella giusta collocazione, visibile e funzionale, in modo che la comunità ne possa agevolmente usufruire”.

Interessante infine, all’esterno della chiesa Matrice, il racconto dell’archeologo Antonio Vescio sulla storia della meridiana.

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