Presentato al Seminario vescovile progetto di valorizzazione patrimonio culturale ‘Chieselametine’

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Lamezia Terme - Una nuova piattaforma webper valorizzare al meglio un patrimonio d’inestimabile valore culturale e meritevole di attenzioni. Si tratta del progetto ‘ChieseLametine.net’, fortemente voluto e realizzato dall’Associazione Change Destiny No Profit curato dalla sua presidente, l’antropologa Angela E.M. Morabito. A coordinare l’evento è stato l’avvocato Giancarlo Nicotera, mostrando con un video, sulla fondamentalità del conoscere e apprendere notizie inerenti le origini del nostro territorio e dei nostri quartieri e tutto ciò che essi contengono. Immagini che divengono assai utili perché delucidano, descrivono e fotografano una attività tanto importante quale è l’opera di valorizzazione artistica di questi, seppur talvolta piccoli capolavori artistici. “Con il video - ha illustrato Nicotera - abbiamo presentato il nostro progetto, un work in progress in itinere, che inizia oggi”. Il video è stato un suggestivo viaggio tra storia, arte e rara devozione popolare, dove sono stati mostrati dei veri “gioielli architettonici sacri”, cui il territorio lametino è ricco. “Le chiese - ha continuato l’avvocato - sono veri è propri luoghi del sapere e della conoscenza per questo è importante conoscerne la storia e il fondamentale contesto territoriale che questi luoghi di culto rivestono”. “Questi luoghi - ha commentato – se ben presentati possono diventare un vero volano per il turismo, per questo è utile mettere insieme tante chiese e quartieri e fare con essi rete”.

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L’antropologa Morabito nel suo dettagliato intervento ha spiegato le funzioni della innovativa piattaforma web, ben specificando che, “non si tratta di un semplice elenco o un compendio tecnico, bensì di uno ‘strumento’ antropologico atto a dare il giusto spazio al rapporto che la chiesa ha nei confronti di tutti i cittadini, con il fine ultimo di creare un dialogo che coinvolga più persone possibili”.  “Sono, per ora, trenta gli edifici di culto che abbiamo iniziato a valorizzare - ha chiarito l’antropologa - ma, nostra intenzione è includere tutto ciò che la nostra diocesi ci offre includendo, quindi, i suoi territori limitrofi (Platania, Soveria, ecc…)”. “La presentazione di questo progetto nasce proprio alla vigilia di Sant’Eufemiadi Calcedonia (16 settembre) che venne martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano e di cui noi abbiamo le reliquie conservate nella chiesa di S. Giovanni Battista di Sant'Eufemia Vetere”.

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Ma da valorizzare sono anche l’Abbazia Benedettina, la chiesa di San Biagio, la Cattedrale, la Cappelletta della miracolosa Madonna sita nel cortile del Maggiore Perri, un elenco che se completo diverrebbe assai lungo – “tutti gioielli d’arte”. Il progetto è infatti, ampio e non si ferma qui. “Punta alla valorizzazione dei quartieri che si sentono abbandonati come, ad esempio, il Timpone, Bella, Santa Lucia, San Teodoro, di Fronti e altri. Nel capitolo devozione e simbologia - ha spiegato ancora la Morabito - rientrano anche, fra gli altri, Sant’Antonio (Santa Maria degli Angeli, il suo nome esatto), il Santuario di Porto Salvo, la basilica di Conflenti, la vecchia Chiesa della Pietà con la sua statua dell’Addolorata”. Dell’incontro svoltosi all’interno della biblioteca del Seminario vescovile a trarne le conclusioni è stato il vescovo Cantafora, che ha definito l’incontro come, “un momento che mette in luce i bisogni non solo di Lamezia ma di tutto il suo comprensorio e dei beni in esso presenti che sono tutti meritevoli di ricevere le dovute e quantomeno giuste attenzioni”. “Queste opere e beni - ha rimarcato sua Eccellenza - devono essere finitamente a favore di tutta la comunità, ‘appartenere al bene comune’, ‘sono di tutti’, e nessuno può appropriarsene”. “Consistono poi, - ha proseguito ancora - in attività realizzate dall’intelletto umano che vogliono, in qualche modo, proseguire l’opera del Signore”. “Un monumento - ha concluso - viene fatto affinché tutti possano vederlo, non per rimanere ‘in mano’ al solo artista che lo ha realizzato”.

Francesco Ielà

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