Riti e tradizioni culturali e gastronomici nella Pasqua calabrese

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Lamezia Terme – Oltre all’antica processione de “I Mistiari” a Sambiase che apre il triduo pasquale e che prende il nome proprio dal fatto che ogni “categoria” sociale porta una statua differente nella passione di Cristo, ci sono diversi riti in Calabria per la Pasqua che affondano le loro radici anche nella tradizione secolare. A Catanzaro famosa è la “Naca” (culla, ndr) la processione che rievoca, anche qui, la passione di Gesù e che si svolge tra le vie del centro mentre, anche grazie a documentari storici di etno-antropologi, a Nocera Terinese si svolge il più famoso tra i riti pasquali calabresi, ovvero la processione secolare de i Vattienti (flagellanti, ndr) che si provocano lesioni sul corpo come sacrificio e per rievocare la passione di Cristo. Rito simile, e con stesso significato, si svolge a Verbicaro, nell’alto tirreno cosentino e prende il nome di “Battenti”. A Decollatura, invece, particolare interesse storico –culturale rappresenta “u chiantu de Maria”, una litania che si usa cantare durante la processione del Venerdì.

A Pasqua, invece, molto famosi sono i riti che si svolgono in particolare nei comuni del vibonese e del reggino e che si chiamano “Confrunta” e “Affruntata”. La processione con le statue di Maria, San Giovanni e Gesù Risorto, è un impegno per i portatori oltre che segno di onore. Proprio per questo, e alla luce degli ultimi episodi di “inchini” di cui tanto si è parlato nell’ultimo anno, la diocesi di Mileto ha deciso di istituire un albo per selezionare “i portatori”. L’Affruntata consiste nel portare le tre statue, con la madonna coperta da un manto nero, in processione. Le statue vengono avvicinate e riallontanate più volte in modo sempre più frenetico per rievocare l’annuncio di San Giovanni alla Madonna della Resurrezione di Gesù. Alla fine, quando la statua della Madonna prende la rincorsa per riabbracciare ed incontrarsi con la statua del figlio risorto cade il velo nero che la copriva suggellando il culmine della processione.

Ma non esistono solo riti culturali-religiosi in Calabria nei giorni di Pasqua. Grande importanza anche alla tavola. Tra i piatti salati ricordiamo la cosiddetta “pitta china”, un impasto di pasta di pane e strutto lavorato e messo in forno con dentro diversi intingoli dal salame, alle frittole, all’uovo. Per quanto riguarda, invece, i dolci i più famosi sono le cuzzupe, i cuculi, le nepitelle, i mostaccioli da varie forme e che ricorda la tradizione degli ex voto, i crutuli, i cici arbereshe o gli jaluni dei paesi grecanici.

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