Terzo e ultimo giorno del Festival "Sciabaca" a Soveria Mannelli fra casi letterari e pop theology

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Soveria Mannelli - Il terzo e ultimo giorno di “Sciabaca, viaggi e culture mediterranee” Il Festival di Rubbettino Editore a Soveria Mannelli si è concluso oltre le aspettative degli organizzatori. “Anche per la terza edizione i numeri sono stati soddisfacenti - ha affermato Antonio Cavallaro ufficio stampa di Rubbettino a Il Lametino.it - abbiamo potuto constatare un grande pubblico, persino negli incontri più di nicchia per tematiche affrontate ed abbiamo avuto una buona risonanza mediatica”. Sciabaca, che riprende l'idea della rete da pesca, ha inteso, per il terzo anno, secondo consecutivo a Soveria, creare una miscellanea fra arte e cultura tesa allo scambio. I libri, ancora una volta i veri protagonisti. La casa editrice, che dagli anni '70 ad oggi opera su larga scala nazionale, continua ad essere esempio per tutti coloro che si cimentano nell' imprenditoria, specie per i giovani che decidono di restare in Calabria. A fare da scenario culturale, nel terzo pomeriggio di Sciabaca, il giardino Marasco, con la presentazione del libro “Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi. Un vero e proprio caso letterario.

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Il libro, che gode di ottime recensioni, narra di un paese senza nome, facendo riferimento a un Sud abitato da una famiglia onesta. Mette in risalto le piccole cose, e pone attenzione all'essenziale, a valori spesso dimenticati dalla contemporaneità. Sono le fatiche quotidiane, le emozioni, le trasmissioni fra nonna e nipote a restituire a quel paese senza nome una dignità assai lontana dagli stereotipi abituali. A fornire riflessioni altrettanto dense di parole utilizzate al punto giusto, la giornalista Simonetta Sciandivasci. A collaborare all'evento anche Lucia Bonacci, del Parco Letterario e Paesaggistico di Adami, la quale non ha perso occasione nel trovare delle analogie, a livello identitario, con alcuni versi del poeta Michele Pane. Ma Sciabaca, oltre alla carta stampata, è anche punto di incontro. A dare ulteriore colore alla tre giorni, mediante impegno e passione, sono stati infatti le volontarie e i volontari, che con entusiasmo e un bagaglio in più di esperienza formativa torneranno a casa soddisfatti.

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A concludere il pomeriggio, presso l'officina della cultura e della creatività, il libro scritto a più mani “L' ape furibonda”. Gli autori, Claudio Cavaliere, Bruno Gemelli e Romano Pitaro, accompagnati dallo sguardo dell'archeologa Giorgia Gargano, hanno raccontato del loro successo editoriale in pochi mesi, mettendo in evidenza alcune particolari reazioni. “È bello raccontare una Calabria altra e cogliere lo stupore,  una dose di orgoglio - ha detto Cavaliere,  sociologo e scrittore - e soprattutto dalle donne notare un senso di appartenenza e di identificazione”. Il libro, il cui titolo ricorda la poetessa dei Navigli, Alda Merini, racconta le biografie di 11 donne forti, ribelle e pungenti, di alcuni periodi storici poco conosciuti, donne che si sono distinte per il loro impegno, per le loro battaglie, per il loro carattere. Compaiono brigantesse, partigiane, donne comuni che danno vita a una emancipazione o più semplicemente ribelli, perché hanno deciso di seguire il proprio cuore. Donne pilote, donne sindaco, le prime del '900. La serata si è conclusa con un incontro molto atteso quanto partecipato al Santuario nostra Signora di Fatima. “Chiamami solo amore, Pop Theology” il nome dell'incontro, a cui ha fornito un’ampia e interessante riflessione Mons. Antonio Staglianò.

Valeria D'Agostino

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