Bankitalia, comuni in predissesto frenano economia: tra questi anche Lamezia

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Catanzaro - In Calabria le diverse forme di criticità finanziaria che caratterizzano gli enti locali, nel loro complesso, sono significativamente più diffuse rispetto alla media nazionale. È quanto emerge dal rapporto annuale sull'economia della Calabria di Bankitalia. Alla fine del 2018, - si legge nel rapporto - 63 Comuni manifestavano uno stato più o meno accentuato di crisi, pari al 15 per cento delle amministrazioni comunali calabresi. In particolare, 31 avevano dichiarato lo stato di dissesto, 29 avevano avviato la procedura di riequilibrio finanziario e 4 versavano in condizioni di deficit strutturale. La quota di popolazione residente nei Comuni caratterizzati da qualche forma di criticità era pari al 37 per cento, a fronte di circa il 25 e il 10 per cento rispettivamente nel Mezzogiorno e in Italia. Su tale dato, incideva significativamente – rileva la filiale calabrese di Bankitalia - la presenza, tra gli enti in pre-dissesto, dei Comuni di Cosenza, Lamezia Terme e Reggio Calabria. Col venir meno, nel 2001, della possibilità di accendere mutui con oneri di rimborso a carico dello Stato – prosegue l'analisi di Bankitalia - per ripianare i disavanzi pregressi si è registrata la tendenza delle amministrazioni a rinviare quanto più possibile lo stato di dissesto, rendendo più onerosa, una volta avviata, la fase di correzione dei conti. Nel 2012 – prosegue la relazione di Bankitalia - è stata così introdotta la procedura di riequilibrio finanziario (comunemente nota come “pre-dissesto”) per gli enti caratterizzati da squilibri strutturali di bilancio in grado di provocare il dissesto. Tali enti devono adottare un piano pluriennale di misure correttive basate sull’aumento delle entrate e sulla revisione delle spese. I vincoli posti in capo alla gestione dell’ente sono relativamente meno intensi di quelli che scaturirebbero dalla dichiarazione di dissesto.

B.M.

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