Bankitalia: pesanti gli effetti del Covid sull'economia in Calabria

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Catanzaro - "Nella prima parte del 2020, l'economia calabrese è stata fortemente interessata dagli effetti della pandemia di Covid-19". Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d'Italia nel periodico rapporto sull'andamento congiunturale dell'economia in Calabria. "In particolare - spiega la Banca d'Italia - le misure di distanziamento e la chiusura parziale delle attività tra marzo e maggio, necessarie per contenere la diffusione del contagio, hanno avuto pesanti ricadute sull'attivita' economica. La domanda di beni e servizi è nettamente calata, anche a causa delle conseguenze della crisi su fiducia e redditi dei consumatori, a cui si e associato un aumento del risparmio precauzionale".

"Con la fine del lockdown si è avviata una ripresa dell'attivita economica, insufficiente tuttavia a compensare la forte caduta registrata nei mesi precedenti. L'operato di imprese e famiglie è rimasto ancora condizionato dall'incertezza legata al riacutizzarsi della pandemia e al collegato rischio di nuove ricadute economiche". Bankitalia inoltre segnala "una diminuzione significativa del fatturato delle imprese nei primi nove mesi dell'anno, risultata piu' intensa per il settore dei servizi privati. Vi si e' accompagnata una diffusa revisione al ribasso dei piani di investimento programmati per l'anno in corso. Il brusco calo delle vendite registrato durante il lockdown ha sottoposto le aziende ad uno shock economico e finanziario rilevante. In concomitanza con il forte incremento del fabbisogno di liquidita' - sostiene l'istituto nel rapporto - il credito alle imprese ha accelerato, sostenuto dalle misure adottate dalla Bce e dal Governo. La crescita dei prestiti registrata a giugno ha riguardato con maggiore intensita' le imprese di piccole dimensioni e quelle dei servizi". 

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Nel rapporto, la filiale di Catanzaro della Banca d'Italia rimarca come anche "il mercato del lavoro calabrese ha risentito rapidamente delle ripercussioni dell'emergenza Covid-19. Nel primo semestre del 2020 l'occupazione si e' ridotta significativamente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto tra gli autonomi e i lavoratori dipendenti a termine, mentre il calo del lavoro dipendente a tempo indeterminato e' stato contenuto dal blocco dei licenziamenti e dall'ampio ricorso agli strumenti di integrazione salariale. A partire da luglio, le posizioni perse nel lavoro dipendente sono state gradualmente recuperate. A fronte del peggioramento delle prospettive occupazionali, il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e degli altri interventi di sostegno al reddito ha contribuito a sostenere i consumi delle famiglie, comunque risultati pesantemente condizionati dai vincoli alla mobilita' e dal netto peggioramento del clima di fiducia. In particolare, le famiglie hanno operato una ricomposizione della spesa, riducendo i consumi di beni non essenziali. Cio si e' riflesso anche in un deciso rallentamento dei prestiti alle famiglie, che ha riguardato sia il credito al consumo sia i mutui per l'acquisto di abitazioni". Quanto al credito bancario, secondo la Banca d'Italia "ha gradualmente accelerato, sospinto dalla componente delle imprese. L'emergenza Covid-19 non si e' riflessa in un peggioramento della qualita' del credito, beneficiando degli interventi governativi e delle politiche monetarie e regolamentari accomodanti. In un contesto di elevata incertezza sulle prospettive, la crescita dei depositi bancari si e' ulteriormente rafforzata, sia per le famiglie sia per le imprese". Il rapporto della Banca d'Italia viene presentato oggi in una conferenza stampa dal direttore della filiale di Catanzaro dell'istituto, Sergio Magarelli, e dagli estensori Giuseppe Albanese (coordinatore), Tonino Covelli, Iconio Garri, Enza Maltese e Graziella Mendicino.

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Calo edilizia, commercio, export

"L’andamento del settore industriale nella prima parte del 2020 è stato pesantemente condizionato dagli effetti dell’emergenza Covid-19". Lo sostiene la filiale di Catanzaro della Banca d'Italia nel rapporto sull'andamento congiunturale dell'economia calabrese. "Le conseguenze negative - aggiunge Bankitalia - si sono manifestate soprattutto nel secondo trimestre dell’anno, in concomitanza con l’entrata in vigore delle disposizioni restrittive volte al contenimento dei contagi. Solo nei mesi estivi, con il graduale allentamento delle misure di sospensione, l’attività produttiva ha mostrato segnali di recupero, pur se ancora parziale e disomogeneo".      Nel report si evidenzia che "secondo i risultati di un sondaggio su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti, il fatturato delle imprese calabresi nei primi nove mesi dell’anno ha subito un brusco peggioramento. Oltre i due terzi delle aziende intervistate hanno segnalato una riduzione delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra queste ultime, più della metà ha dichiarato una riduzione superiore al 15%. La flessione è stata più marcata nel settore manifatturiero non alimentare".    Inoltre, spiega la Banca d'Italia, "i timori circa l’evoluzione della pandemia, nonché l’elevata incertezza su tempi e  intensità della ripresa, hanno indotto molte imprese a rivedere i piani di investimento: oltre il 40% delle aziende partecipanti al sondaggio ha dichiarato una spesa per investimenti nell’anno più bassa rispetto a quanto programmato a fine 2019".

In Calabria occupazione in calo del 4,8%

"In un contesto di strutturale debolezza, il mercato del lavoro calabrese ha risentito rapidamente delle ricadute negative prodotte dall’emergenza Covid-19". A sostenerlo è la filiale di Catanzaro della Banca d'Italia nel periodico rapporto sull'andamento dell'economia in Calabria.    "Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nella media del primo semestre del 2020 - evidenzia Bankitalia - l’occupazione in Calabria si è ridotta del 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale variazione è stata notevolmente peggiore di quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, -1,7 e -2,6%), come già accaduto durante la precedente crisi del debito sovrano. Il calo è stato particolarmente marcato per la componente dei lavoratori autonomi. Seppur in misura inferiore per effetto degli strumenti di integrazione salariale e del blocco dei licenziamenti, è diminuita anche l’occupazione dipendente. Il calo si è concentrato principalmente sulla componente dei lavoratori con contratti a tempo determinato".

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