Cgia: triangolo Milano-Bologna-Venezia traina economia del Paese, bene Pil Calabria +3,52%

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Venezia - Dopo un 2022 da record, il rallentamento della crescita del Pil previsto per l'anno in corso in tutta Europa, interesserà indistintamente anche le nostre regioni. La Lombardia e il Nordest, comunque, continueranno a trainare il Paese, rafforzando la leadership del nuovo triangolo industriale allargato (Milano-Bologna-Venezia) che da qualche decennio ha "scalzato" quello storico (Milano-Torino-Genova) che ha determinato il boom economico degli anni '60 del secolo scorso. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia che stima buone performance anche al Sud. Sebbene queste stime siano più prudenziali di quelle presentate nei giorni scorsi dal Governo - rileva la Cgia -, le previsioni economiche regionali per l'anno in corso ci dicono che a guidare la crescita dell'Italia dovrebbero essere la Lombardia e tutte le regioni del Nordest. Nei primi 5 posti della graduatoria nazionale, infatti, ci sono il Trentino Alto Adige (Pil regionale +0,77%), l'Emilia Romagna (+0,79 %) e la Lombardia (+0,81%). Il primo gradino del podio dovrebbe essere ad appannaggio del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Si stima che le due regioni più a est del Paese registreranno una crescita dello 0,82 %. Anche nel Sud, comunque, sono attesi dei risultati lusinghieri. Se in Campania si prevede una crescita dello 0,62%, in Abruzzo dello 0,65, in Sicilia dello 0,66, in Basilicata dello 0,71 e in Puglia dello 0,73 per cento. Nel 2023 il Mezzogiorno potrebbe ottenere un incremento del Pil superiore alle regioni del Centro.

Per la Cgia nel 2022 la regione che è cresciuta maggiormente è stata la Lombardia che ha registrato un significativo +3,93%. Subito dopo il Veneto (+3,87%), la Valle d'Aosta (+3,85 %) e l'Emilia Romagna (+3,82%). Bene anche la Campania (+3,72%), la Calabria (+3,52 per cento) e +0,50 Pil 2023 - e la Sicilia (+3,51%). La media italiana è stata del +3,67%. La Cgia sottolinea che nel tempo è costantemente cresciuto il "contributo" della Lombardia e del Nordest al Pil nazionale.

A fronte di un valore aggiunto complessivo ascrivibile a queste 5 regioni che nel 2022 ha toccato gli 883 miliardi di euro, l'incidenza sul Pil nazionale è pari al 46,3%. Sebbene permangano ancora molti fattori di instabilità (guerra, costo del denaro, inflazione, caro energia, siccità, etc.), il settore produttivo del Paese sta dimostrando livelli di resilienza impensabili fino a qualche tempo fa. Anche nel 2023, per la Cgia, i consumi delle famiglie, gli investimenti e la produzione industriale si manterranno su soglie importanti. Le presenze turistiche sono destinate a toccare quelle registrate prima dell'avvento del Covid. Per contro, a soffrire saranno, in particolar modo, l'edilizia, che sconterà la progressiva riduzione dei bonus, e l'agricoltura che già adesso soffre tremendamente l'emergenza idrica e la difficoltà di reperire personale.

 

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