Rapporto Svimez: la Calabria si conferma la regione più povera d’Italia

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Roma – Il sud torna a crescere dopo sette anni, ma la Calabria si riconferma come la regione più povera d’Italia, con un reddito pro capite pari al 61,8% di quello medio del Paese, registrando la performance peggiore. E’ quanto emerge dalla presentazione del Rapporto 2016 sull'economia del Mezzogiorno. Serve "una misura organica e universale di contrasto della povertà. Soprattutto alla luce della comparsa dei "nuovi poveri", lavoratori anche diplomati o laureati che con la crisi hanno subito un netto peggioramento della condizione economica (perdita di lavoro, riduzione orario e salariale, perdita del potere d'acquisto connessa alla precarietà)", sottolinea infatti Svimez. La Calabria registra comunque un incremento dell’1,1% grazie ai risultati ottenuti nel settore agricolo. La divergenza tra le due aree del Paese - è precisato inoltre nel rapporto - rimane ancora nettamente marcata e non può essere superata grazie a occasionali incroci di fattori positivi, ma necessita un reale processo di amalgamazione.

Il Pil del Trentino Alto Adige più che doppio rispetto alla Calabria

Nel quindicennio tra il 2000 e il 2015 il divario del PIL per abitante tra Mezzogiorno e il resto del Paese si è ridotto appena dello 0,3%, passando dal 56,2 al 56,5% del valore nazionale. Un divario che si conferma difficile da colmare, sebbene sia soggetto a lievi diminuzioni: nel 2015 il PIL per abitante della regione più ricca d’Italia, il Trentino Alto Adige (37.561 euro pro capite), risulta più che doppio di quello della regione più povera, la Calabria (16.659 euro pro capite).

 Esportazioni in aumento, Calabria al 15,1

Le esportazioni di merci nel 2015 in Italia sono aumentate del 3,8% a prezzi correnti, più dell’anno precedente (2,0%). Le esportazioni sono cresciute nel 2015 più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese, in particolare nel settore agricolo e nella manifattura, in maniera analoga nei paesi UE che extra UE. Aumenti particolarmente elevati si sono registrati in Basilicata (145,7%), con la ripresa dell’export di automobili, Molise (36,1%), Calabria (15,1%) e in Abruzzo (7,3%).

La Calabria tra le regioni con il saldo migratorio più alto

Il Sud, stando all’ultimo rapporto Svimez, è sempre più a rischio desertificazione. Negli ultimi venti anni il Sud ha perso 1 milione e 113 mila unità, la maggior parte dei quali concentrati nelle fasce d’età produttiva tra 25-29 anni e 30-34 anni, (23 mila unità). Le regioni con il saldo migratorio più alto sono la Campania (32 mila unità), la Sicilia (23 mila unità), la Puglia (19 mila unità) e la Calabria (13 mila unità).

Occupazione, in Calabria - 10%

La crescita dell’occupazione nel Mezzogiorno interessa tutti e tre i principali settori; in particolar modo l’incremento più significativo al Sud si registra in agricoltura (+5,5%, rispetto al +2,4% del paese) e nei servizi. Nonostante i segnali positivi che invertono la tendenza del mercato del lavoro, i livelli occupazionali rimangono ancora molto distanti dai livelli pre-crisi in quasi tutte le regioni, in Calabria (-10%).  

Politica infrastrutturale, bene interventi FESR

Il Mezzogiorno resta marginale nelle strategie di investimento infrastrutturale europeo, essendo escluso nel 2016 dall'accesso ai finanziamenti della Connecting Europe Facility (CEF), per la programmazione comunitaria, e sostanzialmente anche dagli interventi strategici cofinanziati dal Fondo Europeo per gli investimenti (FEIS) costituito all’inizio di quest’anno nell’ambito del cosiddetto Piano Juncker. A livello comunitario, gli interventi del FESR restano, soprattutto per il Mezzogiorno, la principale fonte finanziaria a sostegno degli investimenti infrastrutturali. Sugli 1,8 miliardi di euro riprogrammati sul Programma operativo nazionale (PON) «Reti e Mobilità» 2007-2013 nelle cinque regioni meridionali «Convergenza» (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) si registrano ad aprile 2016 impegni per 2,4 miliardi (pari al 128,6% degli stanziamenti) e pagamenti a 1,8 miliardi di euro (97,7% degli stanziamenti). 

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