Statti (Confagricoltura): con riunione comitato di sorveglianza inizia percorso su Piano di Sviluppo Rurale

Alberto_Statti-Agrinsiemeok.jpgCatanzaro - “Con la riunione del primo Comitato di Sorveglianza è iniziato oggi il vero percorso del nuovo Piano di Sviluppo Rurale; è stato un appuntamento importante perché dall’efficiente, efficace e veloce spesa di questi fondi dipende il profilo futuro dell’agricoltura calabrese. Non una cosa di poco conto ma lo sviluppo di un asset strategico, decisivo e irrinunciabile per l’intero sistema economico regionale. Il comitato ha discusso dei criteri e cioè del passo che consentirà – da qui a qualche settimana – di pubblicare i bandi e, questo l’auspicio, recuperare il ritardo indiscutibilmente accumulato; il Psr 2014/2020 – cosi come indica la sua definizione – di fatto viaggia già con due anni di ritardo”.  A dirlo è Alberto Statti Presidente Confagricoltura Calabria.

“I criteri sono la conseguenza di un confronto e ciascuno di noi - come evidenziato in sede di Comitato - desiderava magari di più, con modifiche ancora più aderenti alla realtà calabrese ma, con responsabilità, tutti hanno scelto di condividere il Psr e il risultato possibile a fronte di scelte strategiche europee e nazionali di cui bisognava tenere conto. Abbiamo formulato precise richieste, dalla spinta sui Pif alla scelta in favore delle aziende che veramente fanno agricoltura di qualità, dal credito all’innovazione, dalle problematiche dei singoli comparti produttivi alla necessità di immaginare sostegni verso le aziende di modeste dimensioni ma tenendo ben presente che oggi l’agricoltura competitiva richiede aggregazioni e dunque dimensioni tali che non vanno sottovalutate".

"Precisa è stata inoltre la richiesta di rendere i percorsi amministrativi più snelli ed i bandi più veloci; bene ha fatto la regione ha velocizzare i tempi da agosto in poi per arrivare al Comitato di oggi - considerando che andava anche chiuso il vecchio Psr - ma da qui in poi è bene imprimere un ulteriore e visibile accelerazione. L’agricoltura vuole essere partecipe e protagonista dello sviluppo regionale e dunque chi ha tempo da perdere in cervellotiche e burocratiche liturgie sposti altrove la sua attenzione”.

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