Il rock degli Afterhours illumina Palmi con “Hai Paura Del Buio?”

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Palmi - Proseguono le celebrazioni per “Hai Paura Del Buio?”, il capolavoro degli Afterhours, veri e propri alfieri del rock alternativo made in Italy. Il tour di supporto all’edizione speciale “Reloaded and Remastered”, pubblicata l’11 marzo con i brani dello storico album del 1997 reinterpretati da artisti di spicco della musica italiana e internazionale (Mark Lanegan e il grande Robert Wyatt su tutti), è arrivato all’Anfiteatro Comunale di Palmi nel corso della ventottesima edizione di “Fatti di musica Radio Jukebox 2014”, la rassegna live ideata e diretta dal noto promoter Ruggero Pegna. Votato nel 2013 come miglior album indipendente degli ultimi vent’anni nel referendum indetto dal Meeting delle Etichette Indipendenti (MEI) e autentica pietra miliare nella storia del rock tricolore, “Hai Paura Del Buio?” consacrò gli Afterhours come gruppo di punta del circuito underground anni ’90.

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Un progetto estremamente ambizioso, multiforme, analogo per certi versi, come confermato all’epoca dal leader Manuel Agnelli, al celebre “Mellon Collie And Infinite Sadness” dei coevi Smashing Pumpkins, ma paragonabile a “Zen Arcade” dei maestri Husker Du (definito da Piero Scaruffi “la Divina Commedia” del punk) per rilevanza all’interno del panorama indie nazionale. Un riuscito melting pot di influenze e generi, un imponente tappeto sonoro su cui si erge l’ermetico  songwriting d’ispirazione burroughsiana  di Agnelli, abile come pochi nell’immortalare lo Zeitgeist del periodo attraverso uno stile di scrittura del tutto personale, crudo e sardonico, massima espressione della controcultura nineties.
Anche nell’unica tappa calabrese della loro lunga tournée, la band ha riproposto l’impeccabile esecuzione dell’intero album in un primo set esaltante, carico di emozioni e adrenalina. Gli echi lo-fi e brit pop di “1.9.9.6.” rivelano subito una band in stato di grazia, pronta ad assalire i fans con l’incendiario riff di quell’anthem post-grunge che risponde al nome di “Male Di Miele” (considerata, non a caso, la “Smells Like Teen Spirit” italiana), seguita da una sequenza da brividi culminata nella toccante versione di “Pelle”, uno dei vertici dell’intera produzione After, con il violino di Rodrigo D’Erasmo assoluto protagonista.
Il “masochism world” di Agnelli e le sue feroci invettive antiborghesi trovano poi terreno fertile nel furore hardcore di “Lasciami Leccare L’Adrenalina”, “Dea” e “Sui Giovani D’Oggi Ci Scatarro Su”, e nel rabbioso hard rock di “Veleno”, cantata a squarciagola da tutto il pubblico; sferragliate elettriche quasi paradossalmente in perfetta armonia con il brillante power pop di “Voglio Una Pelle Splendida” o “Come Vorrei”, la psichedelia di “Terrorswing” (con i componenti in scena con le ormai celebri maschere Disney) e le sperimentazioni di “Senza Finestra”, “Simbiosi” e “Mi Trovo Nuovo”.

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Dopo aver rivissuto i fasti di “Hai Paura Del Buio?”, primi encores dedicati all’ultima fatica in studio della band milanese, “Padania”, pubblicato nel 2012, caratterizzato inequivocabilmente dall’influenza  freak e noise dei feedback del chitarrista Xabier Iriondo, anima avantgarde della band, e di Agnelli: “Spreca Una Vita”, “Ci Sarà Una Bella Luce”, “Io So Chi Sono”, “Padania” e la splendida “Costruire Per Distruggere” i brani del lotto.
C’è ancora tempo per un’ultima impareggiabile carrellata di classici, da “Strategie” all’arrivederci sancito dalle suggestioni elettroniche di “Bye Bye Bombay”, passando per “Non E’ Per Sempre”, “Ballata Per La Mia Piccola Iena” e un’incredibile “La Sottile Linea Bianca”. Degna conclusione dell’ennesima, memorabile resa live di quello che resta probabilmente l’album più importante (di certo il più noto) della carriera degli Afterhours, come asserisce lo stesso Manuel Agnelli: “Hai Paura Del Buio? è il nostro disco più famoso e il più amato da diverse generazioni del nostro pubblico. Un album che per tanta gente ha significato molto e che per noi fu in un certo senso liberatorio, nonostante debba ammettere non sia il mio preferito. 
E’ stato comunque votato recentemente come miglior album indie degli ultimi vent’anni e per questo abbiamo deciso di ripubblicarlo coinvolgendo artisti appartenenti a mondi differenti e portarlo in tour. Avevamo voglia di mischiare le carte, dimostrare a tutti che per noi non esistono ambienti o generi, e abbiamo ritenuto fosse interessante farlo collaborando con musicisti che ammiriamo. Il talento è talento, l’intensità è intensità, e queste cose valgono più di qualsiasi estetica. 
Adesso non resta che continuare a celebrare l’album e suonarlo fino allo sfinimento per chiudere definitivamente questo capitolo”. Bye bye “Hai Paura Del Buio?”.


                                                                                                  
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Francesco Sacco


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