La Premiata Forneria Marconi infiamma il palcoscenico del "Settembre al Parco"

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Catanzaro - Dopo due giorni di pioggia che hanno un po’ rovinato la festa, la PFM (Premiata Forneria Marconi) infiamma il palcoscenico di Settembre al Parco trascinando un pubblico variegato proveniente per l’occasione da tutto l’hinterland, in un viaggio fatto di sonorità più o meno classiche e altre più contemporanee e sperimentali. La nota band rock-progressive, l’unica nel suo genere in Italia a godere di fama internazionale, non ha deluso le aspettative. Il concerto è iniziato con una canzone dedicata alla madre terra, in linea con il mood Green della manifestazione, che fa parte del nuovissimo album “Emotional Tattos”. Due batterie, una a Franz di Cioccio (che alla veneranda età di 73 anni salta e balla come un vero rocker) ed una a Roberto Gualdi, Patrick Djivas al basso, le new entry Alessandro Scaglione alle quattro tastiere, il chitarrista Marco Sfogli e il Maestro Lucio Fabbri, polistrumentista al violino elettrico a cinque corde. Cinquanta anni di storia della musica sfilano sul palcoscenico dimostrando di essere senza tempo, di piacere ancora oggi come allora.

La loro canzone più nota “Impressioni di settembre”, testo di Mogol, è passata dall’essere illuminata da una ola di fiammelle di accendini alle luci degli smartphone con grande disinvoltura. Tanto scontato quanto toccante è l’omaggio a Faber, fatto rivivere attraverso le note di “Un Giudice” e “Il Sogno di Maria”. Negli anni '70, quando ancora non si chiamavano PFM ma I Quelli avvenne l’incontro con De Andrè; lui era un serio cantautore loro dei ragazzi scapigliati e scapestrati fu così che ne originò una insolita fusione: l’abbraccio tra il rock e la poesia fece nascere il progetto comune de La Buona Novella.

Tanto si stupì la critica quando i loro arrangiamenti che li avevano abituati a sonorità rudi asservirono le ballate del poeta che si era messo in testa di mettere in musica la sua personalissima versione rivoluzionaria della cristianità. Altro omaggio, questa volta a Demetrio Stratos, indimenticabile voce degli Area. Una transizione continua quella della PFM, una band che non si accontenta mai di rimanere negli schemi ma che ama sperimentale linguaggi differenti e lo fa senza timore: è la volta della musica classica, di immaginare cosa avrebbero fatto alcuni dei compositori più famosi se avessero avuto a disposizione la PFM. La risposta è nell’album “PFM in Classic”. Per il pubblico di Catanzaro c’è “La danza dei cavalieri” di Sergej Sergeevič Prokof'ev, tratta dall’opera “Romeo e Giulietta”.

D.C

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