Cimino: problema fumi Scordovillo va affrontato con serietà, non con esercito

giovanni-cimino.jpgLamezia terme – Pubblichiamo la nota dell’ingegnere Giovanni Cimino, già assessore nel primo mandato di Speranza.

"La posizione del Sindaco di Lamezia Terme, avvocato Paolo Mascaro, di chiedere al Prefetto di Catanzaro un presidio militare per motivi di sicurezza e contro i roghi continui nell’ accampamento di Scordovillo, mi spingono a delle considerazioni. Prima di tutto ritengo che il "problema Scordovillo", con relativi fumi, discarica di svariata tipologia di rifiuti, si può risolvere e si deve risolvere. Si deve, però, constatare che gli anni passano, le amministrazioni comunali si susseguono, ma "Scordovillo" resta sempre lì! Non vogliono risolverlo! E' di comodo a politici e a partiti. Da assessore ho visitato l'accampamento e ho ascoltato molte coppie rom alla presenza dei figli e la richiesta era una sola: "Se non per noi grandi, spostateci almeno per queste creature (i figli)!" Chiedevano di essere trasferiti sul territorio comunale per singole famiglie. Ho cercato la soluzione partendo dalle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari agli aventi diritto e da una conferenza interna alla Giunta tra Assessore all'Urbanistica, ai Lavori Pubblici, al Patrimonio, ai Servizi Sociali, all'Ambiente (il sottoscritto) e ai rispettivi dirigenti: individuare lotti di terreno ex 167 ancora disponibili da assegnare a giovani coppie, inventariare gli immobili di proprietà comunale da recuperare e mettere a disposizione degli aventi diritto, sollecitare la ripresa dei lavori “alloggi rom in località Carrà”, dopo l’abbandono dell’Impresa vincitrice dell’appalto, con una nuova assegnazione o bando. Successivamente ho dato avvio a una seconda fase,coinvolgendo l'Ufficio Casa, il Comando della Polizia Locale e l' ATERP di Catanzaro per cercare di avere un’ampia disponibilità di alloggi su tutto il territorio, fino a San Pietro Lametino, da assegnare secondo graduatoria e col preciso scopo di distribuire  in singoli alloggi singole famiglie rom, senza, però, la possibilità di avere  spazi liberi disponibili attorno all'immobile (fondamentale per evitare il ripetersi di incendi ed altre attività illegali)".

"La conferenza interna - ha proseguito - è stato un "fiasco": nessuna disponibilità, se non quella dell’Assessore alle Politiche Sociali, in quanto era apparso evidente che il lavoro proposto avrebbe portato dritto alla soluzione rom. La soluzione, evidentemente, non era condivisibile! La seconda fase avrebbe dovuto prevedere: completamento di una parte (con rimodulazione dei finanziamenti disponibili) degli alloggi di Savutano, ripresa dei lavori di costruzione degli alloggi ATERP in via Dei Bizantini e   individuazione di alloggi ATERP liberi e/o occupati illegittimamente sul territorio. Fase da svolgere con l'intervento del personale ATERP e della Polizia Locale e con l’immediata assegnazione (evitare altra occupazione abusiva). Quest’ultima operazione fu avviata, lavorando in sintonia Polizia Locale e personale ATERP, ma fu troncata dopo qualche giorno, in seguito alla mia "defenestrazione" da assessore. Dopo di allora nessuna azione è stata posta in essere, se non un fiume di parole! Si vuole risolvere il problema rom? Occorre trovare sul territorio degli alloggi, distanti tra essi e senza spazi liberi attorno, e assegnarli alle famiglie rom. Così molti di loro desiderano e perché così sarà garantita l’integrazione: non sono cittadini di serie “B”! Sono persone normali, che in molti non vogliono i “fumi” e non vogliono vivere in mezzo a topi, scarafaggi e a rifiuti di ogni genere sotto le baracche. Sarebbe ora che ogni persona “normale” smettesse di sentirsi superiore e di rendersi complice di atti illegali e che i politici affrontasse seriamente il problema per dare la soluzione definitiva, senza, però, ricreare un nuovo “Scordovillo”! A questo punto c’è da chiedersi: è necessario l’intervento dell’Esercito e di un presidio permanente a Lamezia? Deve prevalere la repressione o la soluzione del problema?"

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